Shoah, il racconto (silenzioso) di nonna Rina

di Marco Pasqua
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Lunedì 23 Gennaio 2017, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 04:03
"Run for mem": la corsa per la Memoria verso il futuro.
Un Inno alla vita e al coraggio!
@ProgDreyfus


Nonna Rina era una persona riservata. Elio Limentani se la ricorda bene: di Auschwitz, di quello che ha vissuto nei campi di messa a morte messi in piedi dalla lucida follia nazista, di ciò che nel blocco degli esperimenti aveva patito, ne parlavo poco o niente. «Qualche accenno – ricorda Elio – una battuta tra ‘compagne’. Nulla di più». Poi, un giorno, nonna Rina ha preso una decisione diversa: quel macigno andava condiviso, non poteva più tenerlo dentro di sé. Quella storia di morte andava raccontata e tramandata. «E, forse, per questo ha scelto me», scrive oggi Elio su Facebook. «Lei non andava a manifestazioni, non portava il fazzoletto, non rilasciava interviste. Ma ha voluto che io facessi tutto questo. Difficile dire se al suo posto oppure no. Nessuno di noi può sostituirsi ad un sopravvissuto. Come testimoni di II, III e perfino IV generazione possiamo solo provare a dare voce a quel dolore». Per questo, anno dopo anno, Elio parla di Shoah, racconta la sua storia, continua ad andare in visita nei campi di sterminio, racconta episodi e corre. Corre alla maratona che, ieri ha attraversato i posti più importanti della memoria romana: dal Portico d’Ottavia a via Tasso, da via degli Zingari a San Bartolomeo all’Isola. Dieci chilometri, per non dimenticare. «Corriamo per celebrare la vita, perché lo sport va oltre ogni distinzione di religione, credo, cultura e di genere», dice Vittorio Pavoncello, combattivo presidente del Maccabi, che si impegna, ogni giorno, per tenere viva la memoria del periodo più buio della Storia dell’umanità. 

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