Unioni civili, registro a Roma dopo 160 città

di Marco Pasqua
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Lunedì 26 Gennaio 2015, 10:40 - Ultimo aggiornamento: 11:45
Martedì 27 Gennaio, dalle 14 in Campidoglio, Roma (de)Libera l’amore

@Roma_Pride






A pochi giorni dall’ennesimo odioso atto omofobo – quel “Gay al rogo” apparso su un muro dell’Infernetto – Roma si avvia a dare il via libera al registro delle Unioni civili. Non è la prima città italiana (nei suoi municipi, paradossalmente, è già realtà) e non sarà l’ultima: per l’esattezza, secondo quanto riporta Wikipink, sarà la 160esima città (l’ultima è stata Rho, in provincia di Milano) a munirsi di questo strumento.



Un’approvazione tormentata, quella del registro, contro il quale sono piombati migliaia di emendamenti, presentati dall’opposizione. Ma che la maggioranza, nell’aula Giulio Cesare, è riuscita a dribblare, dopo aver trovato, sul tema, un’unità che non si vedeva da tempo. Complice anche il lavoro della testarda Imma Battaglia, che in consiglio comunale ha lavorato da subito – anche tentando vari approcci con l’opposizione – per costruire consensi intorno a questa delibera. In Campidoglio, domani, arriveranno le associazioni gay che, dopo aver messo da parte la loro tradizionale reciproca litigiosità, manifesteranno, presidieranno, porteranno bandiere arcobaleno, si faranno sentire. Perché se è vero che il registro delle unioni civili, senza una legge nazionale resta un’“arma” spuntata, esso rappresenta un riconoscimento all’amore senza distinzione di orientamento sessuale.



Ed è significativo che questo riconoscimento possa arrivare proprio il 27 gennaio, quando in tutto il mondo si celebra la giornata della Memoria, per ricordare gli stermini di ebrei, rom ed omosessuali, vittime delle furia e dell’odio nazista.



marco.pasqua@ilmessaggero.it