Rimorchiando (tra i fagioli) al supermercato

di Mario Ajello
2 Minuti di Lettura
Sabato 23 Maggio 2015, 23:59 - Ultimo aggiornamento: 24 Maggio, 00:04
«Rimorchio tra 50enni

al supermercato. Lei: la sera

non esco molto, sono Cenerentola.

Lui: a me, piacciono le favole».



@Epizeusi
S’è sempre rimorchiato al supermercato. Ma ora che quello del Villaggio Olimpico ha cominciato a stare aperto tutta la notte, come luogo di rimorchio sta superando se stesso. Uomini soli e donne sole che si osservano tra un bancone e l’altro. Nasi infilati tra pacchetti di caffè e rotoli di carta igienica, per spiare, dall’altra parte del corridoio, la preda che si aggira cercando la marmellata ma anche l’anima gemella. Sembra di stare nel film «Tutto in una notte» (splendida musica del compianto B.B. King e ottima regia di John Landis) e invece siamo al Villaggio, anzi al Village. L’altra sera lo spettacolo è stato gustosissimo. Gli occhi e il naso di uno, infilati attraverso i pacchi di spaghetti e le farfalline per guardare le grazie di una dall’altra parte, si scontrano contro le pupille e le narici di lei che sta facendo la stessa cosa con lui. Che bello spizzarsi attraverso le merci in esposizione. Ed è bello soprattutto di notte. Il marito s’è accasciato davanti alla partita? La moglie: «Vado al supermercato a farmi un giretto, visto che non mi fili». E magari torna a casa con in tasca un numero di telefono che le ha dato il tipo appena conosciuto alla cassa numero uno o sei. Il Villaggio-Village offre anche questo brivido: il rimorchio tra le tenebre e le lenticchie. Ma ora si sta spargendo la voce e quei rompiscatole di Roma Sud, maschi e femmine, prima dell’alba, cominciano a sbarcare tra i nostri surgelati e tra i nostri affettati, atteggiandosi a barbari conquistatori.

mario.ajello@ilmessaggero.it