Contromano, sfidando la vita. Degli altri

Contromano, sfidando la vita. Degli altri
di Davide Desario
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Martedì 14 Febbraio 2017, 00:03 - Ultimo aggiornamento: 22:58
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Salvatore fa l’autista. Tutti i giorni lavora come un matto in giro per Roma alla guida della sua Mercedes. Dalla mattina fino a notte fonda: ingorghi, Ztl, raccordo anulare e consolari, deviazioni per cortei e slalom tra le buche. Salvatore è nato dieci giorni fa. Anzi è rinato. Perché sabato 4 febbraio ha pensato di morire. E’ quasi mezzanotte e ha finito di lavorare. Ancora in giacca e cravatta torna finalmente verso casa.

E’ sull’Ostiense, direzione Ostia. A un tratto una delle auto che viaggia nel senso opposto viene sorpassata da un’altra macchina che quindi invade contromano la corsia di Salvatore. Effettua il sorpasso ma non rientra. Lui lampeggia ma l’auto resta sulla sua corsia. Salvatore suona il clacson ma niente. L’altra macchina si avvicina sempre di più. E allora lui continua a suonare, lampeggiare e poi con tutta la sua forza frena. Frena, all’ultimo, anche l’altra macchina e si ferma a pochi centimetri dalla sua Mercedes.

«Credevo di morire - racconta a Dario - Anzi, in quel momento sono morto. Ho chiuso gli occhi e ho rivisto in un istante tutta la mia vita». Quando ha riaperto gli occhi è uscito dall’abitacolo e ha raggiunto l’altra macchina: all’interno tre diciottenni, forse avevano alzato il gomito, forse altro. «Il guidatore poteva essere mio figlio» racconta. Così Salvatore gli ha strappato le chiavi dal cruscotto e gli ha detto: «Queste le ridò solo a tuo padre, chiamalo». E il padre è arrivato dopo 20 minuti. E cosa ha fatto? Ha ringraziato Salvatore e ha allungato un ceffone al figlio urlando: «Non te vojo legge morto sul giornale».

davide.desario@ilmessaggero.it
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