Se gli ignoranti fanno gruppo di notte

di Marco Pasqua
1 Minuto di Lettura
Lunedì 28 Aprile 2014, 08:10 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 14:37
Sabato notte, Ponte Garibaldi, direzione largo Arenula. Leonardo ha appena terminato il turno di lavoro, confuso nella multiforme folla policroma del popolo della movida trasteverina e dei pellegrini che si sono riversati nella città Eterna su richiamo dei quattro Papi. Ad alto tasso alcolemico la sua anima più laica, decisamente più spirituale l'altra. Silenziosa e composta una, fracassona, a tratti molesta, l'altra, croce di chi vive nei quartieri dove l'invasione stile-San Pietro per la canonizzazione si ripete quasi ogni sera d'estate. Ma è anche in questo fiume festante che si annida l'idiozia antistorica di quell'orda becera e nostalgica di tempi bui, mai dimenticati. Cinque ragazzi, la testa rasata, alcuni con berrettini blu, scarpe e giubbini neri, urlano per nulla intimoriti dal loro pubblico: «La menzogna dell'Olocausto si combatte a petto nudo» e, poi, «Duce, duce» il tutto accompagnato da saluti romani.

Parole e gesti che sono un'offesa per tutta la città, ma che nel Ghetto, a poche centinaia di metri, risuonano in maniera ancora più dolorosa. Si guardano fieri intorno, non temono gli sguardi di chi (non) capisce quei loro deliri, dettati dall'insana lucidità dell'ignoranza ostentata. Deliri che dimostrano quanto sia ancora importante celebrare giornate come quella della Liberazione, per ricordarci e ricordare, soprattutto alle giovani generazioni, la fine di un'epoca storica infausta e l'inizio della rinascita democratica del nostro Paese.

marco.pasqua@ilmessaggero.it