Sentirsi soli e invisibili, tira aria di indifferenza

di Maria Lombardi
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Venerdì 7 Ottobre 2016, 00:01
Roma sempre più sporca 
insicura cattiva e incattivita.
Serve un piano Marshall

@deborah_ergas

Sporca, caotica, insicura e ingovernabile. Adesso anche cattiva, e Roma non lo era. Un brutto pensiero perché è senza ritorno. È arrivato con Sara, era la fine di maggio. Una ragazza bruciava in mezzo alla strada come una fiaccola e chiedeva aiuto, cercava di fuggire al fuoco e all’uomo che voleva vederla finire così. Le macchine le passavano accanto mentre a lei mancava il respiro. Se qualcuno si fosse fermato, Sara sarebbe viva: l’accusa di un magistrato è un dubbio che resta. Poi il ragazzo picchiato nella metro b per aver detto a dei tipacci qui non si fuma. La mamma provava a difenderlo, tutti gli altri no. C’era il vuoto intorno a lui, lo stesso che ha ucciso Sara. E poi la quindicenne presa a botte sul bus 451 solo perché ha provato a soccorrere un’altra ragazza che non conosceva. I passeggeri hanno ignorato il suo coraggio e i suoi lividi. Un uomo preso a bottigliate al parco di Pineta Sacchetti solo perché ha detto a uno sconosciuto qui non si fa pipì. E chi proverà più a ricordare agli altri cosa si può e non si può fare in uno spazio che appartiene a tutti? Nelle città migliori non c’è bisogno delle divise per far rispettare le regole, lo sguardo infuriato di chi ti sta accanto funziona più di una multa. Qui ormai, vigliacchi, si guarda altrove e ci si sente definitivamente soli, con una paura nuova: per gli altri non esisto. Tanti invisibili che intasano bus e strade. Le spiegazioni sono tante, nessuna accettabile. Le strade si possono pulire, la violenza si può contrastare. Ma l’indifferenza, quando diventa l’aria di una città, come si caccia via?
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