Roma, la tangenziale da demolire e quelli che protestano perché «fa parte del paesaggio»

Roma, la tangenziale da demolire
di Pietro Piovani
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Lunedì 26 Agosto 2019, 00:02 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 11:24
Ci sono romani che si oppongono anche all'abbattimento della Tangenziale Est. Non ci riferiamo, sia chiaro, a chi contesta la demolizione per le conseguenze che può avere sul traffico, la mancanza di strade alternative, i disagi dei residenti, i 450 giorni di cantiere: tutte critiche, giuste o sbagliate che siano, comunque legittime e sulle quali in questa rubrica non ci permettiamo di intervenire. No, qui si parla di coloro che vedono nello smantellamento di un tratto della sopraelevata il rischio di snaturare il panorama cittadino, quelli che non vogliono perdere il suggestivo spettacolo dei guardrail e dei piloni di cemento perché «appartiene al contesto urbano» ed è «caratteristico di un'epoca» (affermazioni che si sentono davvero ripetere in giro o che si leggono sui social network).

Quell'autostrada che passa tra il soggiorno e la camera da letto, per decenni simbolo di abbrutimento metropolitano, con il tempo è diventata una presenza familiare, qualcosa che ha accompagnato la nostra infanzia e dunque - secondo un modo di ragionare oggi molto diffuso - un monumento da tutelare come un rudere antico. Ha detto bene Enrico Vanzina, sul Messaggero: in una Roma futura, finalmente libera dalla spazzatura, sicuramente si proverà un po' di nostalgia per i bei tempi in cui passeggiavamo tra le buste di monnezza, con quell'inconfondibile odore di marcio che ai romani di domani ricorderà i giorni della gioventù.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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