Se al degrado non resta che arrendersi

di Marco Pasqua
2 Minuti di Lettura
Lunedì 18 Settembre 2017, 00:05
Sole, topo appena cacciato 
e sei in pole position. 
E i turisti muti #roma #tourism

@SandroTomma

Arthur rincorre il suo sogno da tre anni. Oggi ne ha 22, ma la passione e il desiderio di vivere e condividere su un palco, davanti ad un grande pubblico, il suo amore per la danza hip hop lo portano a lasciare la sua Capodistria e a prendere un aereo anche solo per sostenere un provino a Roma. Per questo, ogni estate, cerca di entrare nel cast del programma “Amici”, di Maria de Filippi. Tanti «no», sfide perse, i classici «le faremo sapere», ma lui continua a non darsi per vinto. Anche questa estate è tornato a bussare alla porta del talent sforna-cantanti e ballerini. Mese dopo mese ha migliorato la sua tecnica, si è impegnato per convincere gli insegnanti del programma a dargli il banco nella scuola più vista d’Italia. I suoi genitori gli sono vicini e quando è stato riconvocato per una nuova selezione e non riusciva a trovare i soldi per pagarsi l’aereo, mamma e papà lo hanno aiutato. Ama Roma, anche se, avendo girato le grandi città europee, resta deluso di fronte ai difetti di una città che fatica a presentarsi come una capitale degna di questo nome. «Perché qui non si fa la differenziata?», chiede: e tu cerchi di spiegargli che, in realtà, si fa, ma solo a macchia di leopardo. E poi: «Perché ai semafori ti vogliono per forza lavare i vetri dell’auto? Perché i bus passano quando vogliono? Perché ci sono così tante buche?». Domande a questioni ormai scontate per il romano medio, che ha sostituito la giusta rabbia e indignazione ad una comprensibile assuefazione al degrado.

marco.pasqua@ilmessaggero.it
© RIPRODUZIONE RISERVATA