Quel grigio arlecchino che disturba la guida

di Mario Ajello
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Sabato 28 Febbraio 2015, 23:23 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 00:41
​James Bond vince sempre.

Purché non abbia come

avversario l'asfalto di Roma.



@Lobuit


L'asfalto di Roma non é più uno, sono tanti e molto variegati dal punto di vista cromatico. Questa è la città delle cinquanta sfumature di grigio. Ma il sesso non c'entra. C'entra il manto stradale. Prima era grigio e basta. Poi tra buche ricoperte, toppe che si aggiungono, lacerazioni ricucite, voragini riempite e interi pezzi di strada fatti e rifatti, la pelle della città ha perso quel suo grigio uniforme ed é diventata grigio su grigio una sorta di vestito di Arlecchino. Una toppa é grigio scuro, un'altra é grigio nero, un'altra é petrolio, un'altra tende al grigio topo, un'altra boh, un'altra mah, un'altra grigio-beige e via così.



Cinquanta sfumature di grigio. E che fatica per l'occhio del guidatore, almeno di quello che non sprofonda in una buca non riempita di qualche grigio. Rischia di distrarsi per colpa di questa varietà di colori tutti simili ma non uguali. C'è il pericolo che la testa si confonda mentre le ruote calpestano questo pasticcio cromatico dove le cinquanta sfumature di grigio corrispondono a cinquanta dislivelli stradali: il grigio-nero significa cunetta, il grigio-topo é il colore dell'avvallamento mal curato e dell'intervento mal riuscito e il grigio-marroncino segnala che ci sono i sassolini bastardi che ti fanno finire per terra con la moto e viene quasi da rimpiangere i maledetti sanpietrini. Le cinquanta sfumature non rendono la Capitale più sexy, ma soltanto più imprevedibile. Sempre meglio delle buche, dirà qualcuno, ma James Bond avrebbe meritato qualcosa di meglio.