@blurredfaced
Il sogno s’infrange ogni mattina, quando si alzano le tapparelle e il paesaggio è uguale a quello di ieri e ieri l’altro, ma pochi sfuggono alla magia di quell’attimo. C’è chi dice di sentire l’odore nell’aria, chi scruta il cielo con sguardo competente e ottimista, chi dice «no, chicco, non ti illudere che poi ci rimani male». E’ il tormentone del momento: l’illusione della neve a Roma, ogni anno di questi tempi. Le cime delle montagne intorno alla città sono bianche e invogliano, i bollettini promettono ancora freddo, si alternano previsioni che annunciano fiocchi anche a bassa quota ad altre che smontano ogni speranza. Eppure sotto sotto ci sperano tutti, fanno pronostici, s’improvvisano meteorologi. Chissà. Scavallare il triste, buio e lungo gennaio con una spruzzata di candido nevischio, con quella coltre bianca che rende più bello anche il cassonetto sotto casa, non sarebbe male. Anche se i detrattori partono alla carica con «la città si bloccherà, rallenterà», rimarrà in ginocchio (se più di adesso è poi possibile) e forse si scoprirà che mancano le scorte di sale e che gli autobus non hanno le gomme termiche.
«Daje che nevica!» scrivono i fanatici sui gruppi facebook dedicati al tema, «Neve in arrivo», annunciano e poi postano un’anonima foto di Centocelle dove nemmeno piove anzi s’intravede un tramonto rosso. Si abbandonano all’amarcord, rispolverano foto della nevicata dell’85: «Io c’ero» d’obbligo. Una passione antica quella dei romani per la neve. Non aspettano altro che partire con l’altro, di tormentone: «Tanto non attacca...».
raffaella.troili@ilmessaggero.it
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