Molestie sui bus, ragazze senza più libertà

di Maria Lombardi
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Venerdì 6 Marzo 2015, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 00:07
Sai quante molestie rischi

sui bus e sui treni.

A volte rivaluto le carrozze

solo per donne




@alegesuelli



«Prendere l'autobus mi fa schifo». Eccola, la furbetta viziata, vuole il motorino non osa chiederlo perché il pagellino in arrivo lo sconsiglia, e la butta sui disagi dei mezzi pubblici. Non cedere. All'ennesimo sfogo angosciato, «ma che avranno di così schifoso gli autobus?». «Le persone».



Il motorino non c'entra. Il fatto è questo, stupida a non aver capito: la mattina è un tormento - finalmente il coraggio di dirlo - sali a fatica, ti spingono e c'è sempre qualcuno che ne approfitta: ti abbraccia, ti tocca, mette le mani sul sedere. A volte il fastidio è così tanto che è meglio scendere e aspettare il prossimo rischiando di fare tardi a scuola.



A volte viene da piangere e ci si porta addosso un odore che stringe lo stomaco, un senso di ribrezzo, di vergogna anche. Al ritorno può andare meglio. Ma uno che molesta lo trovi quasi sempre e non è facile riconoscerli, magari sono ben vestiti e fanno finta di guardare lo smartphone. Capita alla quindicenne e a tutte le sue amiche, capita alle ragazze più grandi e alle donne che col tempo hanno imparato a rispondere. «E tu urla, mordi», a quindici anni l'urlo può essere silenzio.



Tra qualche giorno è la festa della donna. Ignoriamola, dignitosamente. Perché se prendere l'autobus può fare schifo, se non c'è la libertà di muoversi nemmeno la mattina vuol dire che siamo all’anno zero della libertà. Vuol dire che non ci sono auguri possibili ma c’è solo da infuriarsi. E non lasciateci sole a difenderci perché i bus li prendono anche le vostre figlie, fidanzate, mogli e amiche.



maria.lombardi@ilmessaggero.it