Sotto la metro, quanti schiaffi ai disabili

Sotto la metro, quanti schiaffi ai disabili
di Raffaella Troili
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Mercoledì 19 Ottobre 2016, 00:05
@LindaMeleo bus più bassi
e ascensori nelle metro
per facilitare disabili e passeggini

@fingerstones

Intrappolati, prigionieri, passano ore sotto la metro, elemosinando un ascensore in funzione, un semplice aiuto, un montacarichi sicuro. I disabili restano abbandonati a se stessi, nulla cambia. Bloccati nell’indifferenza generale, a volte sì la gente ferma la sua corsa, ma allarga le braccia perché tutt’intorno vede solo scale, oltre al deserto di operatori e servizi. Non funziona il montacarichi e neppure l’ascensore alla Stazione Vittorio Emanuele. Un superficiale sfregio quotidiano, al massimo l’imbarazzo di chi non capisce il dramma di chi già ha un credito con la vita e vorrebbe solo farsi un giro per Roma.

E così quelle gite verso il centro in 20 minuti, diventano odissee, topi in trappola, in cerca di rivedere la luce. C’è chi consiglia «torni indietro, quella fermata, Manzoni, è accessibile», chi consiglia «chiami i vigili» e scappa via. Ricorda un disabile che il sindaco in campagna elettorale aveva promesso che finché Roma non fosse stata accessibile ai disabili avrebbe fornito loro dei buoni taxi per spostarsi. Dei buoni non c’è traccia, ma pure l’interesse è scemato. Addirittura: il montacarichi costruito alla stazione Flaminio è stato aperto senza collaudo. E spesso avvistare un operatore Atac è difficile e pure inutile. Quanti altri schiaffi, anche dalle istituzioni, deve prendere chi ha già un handicap? Quante belle giornate trasformate in un incubo, a meno che qualcuno non si prenda la briga di caricarsi di peso la sedia a rotelle? Sulla linea A le stazioni di Spagna, Barberini, Repubblica, Vittorio, San Giovanni sono prive di ascensori o montacarichi. Basta molto meno per perdere la pazienza a chi non ha disagi motori.

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