Il messaggio-invettiva contro i padroni dei cani. E il quartiere si divide

Il messaggio-invettiva contro i padroni dei cani. E il quartiere si divide
di Pietro Piovani
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 00:01 - Ultimo aggiornamento: 21 Febbraio, 14:57
Buongiorno sono il cane che
qualche sera fa’ ha fatto sta 
ca**ta in santa pace e sta facendo più
notizia di tutti i vandali del quartiere
Cate Trilly


La foto in effetti è nauseabonda. Si vede una cacca di cane schiacciata, calpestata da un piede. E a pochi centimetri dall’escremento, fissato all’asfalto con lo scotch, un foglietto bianco su cui una mano anonima (si presume appartenente allo stesso proprietario del piede) ha scritto a pennarello: «La morte è un atto dovuto, la tua sarà lenta e dolorosa».

Un’invettiva lanciata nel vuoto, un grido muto e rabbioso che si sarebbe perso nel frastuono della metropoli se non ci fosse stato Facebook. La foto è stata infatti pubblicata sulla pagina “Monteverde – Roma” (il Facebook di quartiere, agorà del nostro tempo) e ha subito infiammato il dibattito. I commenti che da domenica scorsa si accumulano a centinaia possono essere raggruppati in due categorie: chi se la prende con l’autore del messaggio per la sgradevole violenza del testo; chi se la prende con i padroni dei cani che non provvedono a rimuovere le deiezioni. In realtà ci sarebbe anche una terza categoria, minoritaria, cioè quelli che se la prendono con l’autore della fotografia, colpevole a loro avviso di aver gettato discredito sulla popolazione canina, di aver messo zizzania nel quartiere e di aver drammatizzato un male minore distogliendo l’attenzione dai mali maggiori, rifiuti, criminalità, traffico eccetera.

Comunque la si pensi, tanta animata partecipazione è il segno di quanto sia sentito dai romani il problema dello sterco animale (e a volte non solo animale). Soprattutto in ottobre, quando l’aria frizzantina dell’autunno amplifica gli odori, e uscire di casa significa tuffarsi in una nuvola di letame, che è forse diventato il profumo caratteristico della nostra città, come la zagara in Sicilia. 


pietro.piovani@ilmessaggero.it
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