Quel gusto (eterno) della pernacchia

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Sabato 22 Novembre 2014, 23:22 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 00:30
"Borghezio: al mio segnale

scatenate l'Infernetto"


@ric_capecchi



Questo il leghista Borghezio non l'ha detto, perché una battuta così presupporrebbe da parte sua conoscenze che non ha. Ha detto invece SuperMario, come lo chiamano nel Sacro Pratone di Pontida, mentre quaggiù prende le pernacchie: «Noi razzisti? Ma prendetevela nel c....». Elegante Marione. Che ormai, sceso dalle sue valli e aggrappato ai suoi ricchi emolumenti da eurodeputato di lunga carriera, si diverte a fare il coatto romano, tra Tor Sapienza, Fidene e Infernetto. Occhio al suo volto. È sempre sorridente, anche quando parla - o meglio loro gridano a lui: «Te ne devi anna'!!!» - con i cittadini delle periferie indiavolati per le proprie condizioni di vita. Che ha da ridere il leghista d'esportazione? Boh! Ma si diverte a esserci e ad essere preso in giro. Per esempio così: «A ciccione, sgommaaaa!».



Più non lo vogliono i romani e più lui li perseguita con la sua presenza. «Vi servo?». «E vatteneeee!». «Mi avete chiamato?». «Maddeché!». Il difensore dei quiriti dai nuovi barbari, che nell'ottica di Marione sarebbero gli immigrati, combatte una battaglia non richiesta nelle borgate e di quartieri degradati. Più gli viene detto «mamma!», più lui grida: «Forza Roma!». Dice che i romani sono gente gentile, e loro lo mandano a quel paese. Sostiene che «qui non è vero che non fate nulla e che non vi piace lavorare, anzi siete un popolo operoso». Ormai non c’è rione disperato dell'Urbe dove non conoscono Marione. Così all’Infernetto: «Siete bravi come Totti». Roma nella sua storia millenaria ha digerito tutto e tutti. Con Marione fatica un po' ma ci si sta abituando. Il gusto per la pernacchia del resto è eterno.



mario.ajello@ilmessaggero.it