Gli errori del Foro Italico: quando c'era lui si sbagliavano le scritte

Gli errori del Foro Italico: quando c'era lui si sbagliavano le scritte
di Pietro Piovani
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Giovedì 16 Febbraio 2017, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 09:13
"quando c'era lui i bus partivano in orario" #Atac
@1Haribo


Ai giornalisti capita di sbagliare, come a tutti, ma la nostra fortuna è che la carta del quotidiano non sopravvive alle 24 ore e la mattina seguente tutti gli errori sono già finiti nel cassonetto bianco della raccolta differenziata. Da quando esiste internet in effetti il tempo di decantazione si è allungato, ma si tratta solo di avere pazienza: alla lunga, magari negli anni, le pagine web un po’ alla volta spariscono dai motori di ricerca, si nascondono, si cancellano dalla memoria della rete. Viceversa non può contare sull’oblio del tempo colui che 80 anni fa consegnò ai posteri le solenni iscrizioni del Foro Italico, scolpendole nel marmo.

A pochi metri dall’obelisco, tra slogan stentorei e citazioni mussoliniane, si possono leggere vari sfondoni incisi sulla pietra. Lo ha rivelato Vittorio Buongiorno sul Messaggero: nel celebrare la recente nascita della città di Littoria (oggi Latina), l’anonimo scalpellino immortalò la data sbagliata, ed altri errori simili commise nell’onorare la fondazione di Aprilia e Pontinia.

Si smonta insomma il mito della presunta efficienza del regime, una leggenda del resto già sfatata più volte dagli storici: lo studioso britannico Denis Mack Smith, per esempio, documentò che quando c’era lui i treni arrivavano persino più in ritardo di oggi. Non siamo in grado di giudicare l’operato del sindaco di Roma del 1937 (all’epoca in Campidoglio sedeva il principe Piero Colonna) ma possiamo essere certi che anche allora le strade erano piene di buche.

pietro.piovani@ilmessaggero.it
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