Facebook, il bello (e brutto) della diretta

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 29 Luglio 2016, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 16:40
La funzione diretta Facebook 
vi sta sfuggendo di mano. 

@mura_roby 

Ora che a Roma anche i politici hanno scoperto le dirette Facebook, una domanda bisogna porsela: quanta verità c’è in un’azione, una discussione, un confronto svolti sapendo di essere inquadrati, consapevoli che la telecamera dello smartphone sta rilanciando la diretta (e poi resterà anche la registrazione)? La risposta è: non molta. C’è la stessa sincerità dei reality show o poco più. Non a caso gli stessi politici che per alcune azioni eclatanti - i famosi e famigerati blitz, che fanno molto fumo e non tanto arrosto - quando si tratta di spartirsi posti, decidere chi deve occupare un determinato assessorato o chi nominare come capo di gabinetto si guardano bene dal trasmettere le discussioni in diretta Facebook. 

Lo streaming è bello, ma solo quando c’è una vittima designata, una tesi da dimostrare, un copione studiato a tavolino, un canovaccio più o meno prestabilito. Ma se la discussione parte da zero e deve risolvere criticità all’interno di un gruppo, state certi che gli smartphone verranno spenti, il segreto sarà quasi sacro, l’ordine di non riferire all’esterno ciò che è stato detto o urlato perentorio. Per questo le dirette Facebook, diventate tanto di moda in città, vanno prese per quello che sono: uno show, un poco di fisiologica propaganda, qualche furbata, magari anche una piccola dose di informazioni utili, ma ben distillate. In Comune e in Regione le dirette dei consigli sono trasmesse, già da anni, sui siti istituzionali. Quando finiscono in un profilo di un partito, ogni dubbio sulle reali finalità delle immagini tremolanti alla Cloverfield viene spazzato via. 

mauro.evangelisti@ilmessaggero.it 

Twitter: @mauroev 

 
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