Certe cose non succedono solo a Roma. Anzi

di Mauro Evangelisti
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 22:06 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 01:38
Inizia l'era del selfie con la Barcaccia quando fino a meno di una settimana fa la maggior parte non sapeva di chi fosse e dove fosse

@mar_dif






Ecco, la doppia sfida Feyenoord-Roma una cosa l’ha insegnata: il mitico Nord Europa, quello civile e progressista, quello che «là non succederebbe mai», non è una terra promessa. Noi che a Roma siamo molto bravi a piangerci addosso, a usare evidenziatori di ogni colore sui nostri difetti (sia chiaro, una marea), con un po’ di esterofilia naif, solo perché siamo stati una volta ad Amsterdam con gli amici, a Parigi in viaggio di nozze o a Londra con il volo low cost ma non ci siamo allontanati da Regent Street, siamo sempre pronti a pronunciare la fatidica frasetta: «certe cose succedono solo in Italia».



Bene, non è esattamente così: perfino gli olandesi, quelli che nel nostro raffazzonato pantheon di liberalismo, tolleranza e senso civico, hanno tifosi che si ubriacano (molto più dei nostri), che prendono d’assalto una fontana storica patrimonio di tutta l’umanità, razzisti che dalla curva lanciano una banana a un avversario di colore (sì, la multietnica e multiculturale Olanda). Certo, la maggioranza per fortuna rumorosa di quel paese si scusa e si dissocia (ma a parti invertite lo avremmo fatto anche noi).



Certo, magari la polizia si dimostra più severa ed efficace nel controllare i tifosi presunti cattivi (segue dibattito sul tema: “è giusto tenere per ore donne e ragazzini prigionieri in campagna per schedare i passeggeri di un volo charter che sono già schedati dalla compagnia aerea?”).
Però, ecco, prima di ripetere «certe cose succedono solo in Italia, solo a Roma», pensiamoci due volte.