Agosto spietato, conta solo il calciomercato

di Davide Desario
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Martedì 4 Agosto 2015, 00:09 - Ultimo aggiornamento: 20:20
Settembre è il benvenuto,

forse perché ad agosto

Roma è desolata fare km

per fare le cose più semplici


@lucia_piet





Agosto è l’emblema di Roma. Bisogna viverlo per capire la città. Nel bene. Ma soprattutto nel male.

Perché ad agosto passeggiare di sera per le strade della Capitale è una sensazione unica, quelle luci gialle, quei sampietrini e quei tavolini all’aperto. Anche se sei da solo e un po’ malinconico apprezzi una città lenta e luminosa, piena di storia e di storie, leggi i nomi sui citofoni dei portoni, ascolti i discorsi degli anziani seduti sulle panchine o delle ragazze “ciancicanti” al cellulare.



Ma agosto a Roma è anche il mese dei furbetti. Quelli che approfittano delle ferie, degli uffici semichiusi, del caldo per darti la fregatura, per assestarti il colpo nel momento di stanchezza e di silenzio, per farti ritrovare davanti alla cosa bella e fatta. Così torni dalle vacanze e trovi il vicino che ha costruito la veranda. Equitalia (ma il Comune fa lo stesso) spedisce valanghe di richieste di pagamento che, quando torni dal mare o dalla montagna, spesso non hai la voglia di impugnare e paghi anche se forse hai già pagato. O magari c’è qualche manager che proprio ad agosto decide di sopprimere un ufficio o un’agenzia che davano servizi alla zona e un lavoro a qualcuno. Perché sanno che a Roma in agosto tutto si può fare e nessuna protesta l’avrà mai vinta. Trasporti? Rifiuti? Bollette? Lavoro? A parte il calciomercato, tutto il resto è inascoltato.



Per fortuna dura solo un mese. Coraggio. Poi arriva settembre e i romani, ormai fregati, tornano a giocare a fare i gladiatori.



davide.desario@ilmessaggero.it