C’è la crisi, i finti affari si fanno in spiaggia

di Raffaella Troili
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Martedì 26 Agosto 2014, 22:14 - Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 07:53
Ho comprato gli occhiali dal vu cumpra' e ho mal di testa. Me li ha venduti per Ray Ban ma secondo me sono Ray Charles



@francepistolesi



Marcella si dà tante arie, brilla e luccica dalla testa ai piedi, di capi firmati e capelli biondo platino. Poi la senti parlare e scopri che appartiene al genere pataccare-romane. «Vieni qua, ci...». “Ci” è il vu’ cumpra’, quell'uomo di colore che vende anche se non dovrebbe, stracci e oggetti contraffatti in spiaggia, e quel Ci confidenziale non inganni, Marcella neanche tanto a bassa voce insegna al nipote a chiamare Karim «negro magna banane», probabilmente se lo incontrasse al largo di Lampedusa gli direbbe tornatene da dove sei arrivato e a nuoto, ma ora nel villaggio vacanze, quando passa Ci a lei brillano gli occhi. Lo chiama spocchiosa, manco fosse Ambrogio il maggiordomo, lo guarda dall'alto in basso, stesa sul suo lettino, lo invita a tirare fuori dai sacchi tutto quel che ha. Marcella fa i capricci, a volte ci deve pensare, però vuol provare tutto, contratta tempi, prezzi e modi, perché a Ci non si regala niente anzi lei vuol fare l'affare. Anche perché lei è una sultana non del Brunei ma del Nuovo Salario e compra a stock, tutto falso proprio come lei, scarpe, borse, sciarpe, piene di paillettes ed enormi C e G, firme contraffatte che lei si è studiata nel dettaglio. A volte non le basta, a volte chiede la merce in prestito per una notte, fissa miriadi di appuntamenti con quei vu’ cumpra’ che tanto detesta, pretende, contratta, arrogante e insipida come una medusa. Non molla e fa melina. Prova, rimira, sceglie. C'è crisi dice lei, c'è crisi dice il marocchino. ll giorno dopo quando scende in spiaggia, piena di sacchi, sembra anche lei una vu’ cumpra’.