I misteriosi graffiti di "Uomo che scrive con i pennarelli sui muri"

di Pietro Piovani
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Mercoledì 3 Settembre 2014, 23:04 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 12:51
Chi Uomo che scrive con i pennarelli sui muri? Questa pagina destinata unicamente ai graffiti del nostro artista misterioso.

Uomo che scrive con i pennarelli sui muri




Su un muro di via dei Maroniti, zona Fontana di Trevi, si legge: «Br ammazzate le donne». La scritta è talmente stupida da non suscitare neanche indignazione, e comunque a fugare ogni timore è la grafia che tradisce in modo inequivocabile l'autore: quella è una scritta di Uomo che scrive con i pennarelli sui muri, lo sconosciuto che da un ventennio imbratta le pareti di Roma con slogan e disegnini privi di senso. Gli è stata dedicata anche una pagina Facebook, chiamata appunto “Uomo che scrive con i pennarelli sui muri”.



Dopo aver doverosamente precisato che scrivere sui muri è attività esecrabile, vogliamo spendere qualche riga per l’opera di questo anomalo writer, il cui fascino sta proprio nell’assenza di qualunque significato. Sui palazzi della capitale Uomo annota formazioni di squadre di calcio e marcatori delle partite, nomi di celebrità («Paz Vega - Attrice») o di sconosciuti («Natalino»), elenchi di date messe insieme senza un perché, faccette scarabocchiate. E poi c’è la serie «Br ammazzate»: Uomo segnala alle Brigate rosse obiettivi di surreale vastità come le donne, gli iugoslavi, i napoletani, gli abitanti di Brooklyn, oppure i politici, in particolare tutti i presidenti del Consiglio dai tempi di Giovanni Goria fino a Matteo Renzi. Un anno fa i media ci cascarono: scambiarono la scritta «Br ammazzate Enrico Letta» per una reale minaccia terroristica e lanciarono l’allarme.







Gli strampalati graffiti di Uomo sembrano l'espressione di un pennarello collegato direttamente con il cervello, senza il filtro di una coscienza. Raccontarli con le parole è impossibile, perciò vi invitiamo a guardare la galleria di fotografie che abbiamo scattato per le strade di Roma o che sono state postate dagli animatori della pagina Facebook dedicata a quegli sgorbi. Considerando ciò che si vede nelle mostre d'arte contemporanea, forse qualche artista professionista si chiederà: perché non ci ho pensato prima io?



pietro.piovani@ilmessaggero.it