Roma, sicurezza, più militari e accattonaggio vietato vicino ai monumenti

Roma, sicurezza, più militari e accattonaggio vietato vicino ai monumenti
di Lorenzo De Cicco
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 05:49 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:25
Arriveranno subito dopo Pasqua i 500 militari che il Viminale ha deciso di spedire a Roma per fronteggiare l'allerta terrorismo. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ieri ha partecipato in via straordinaria al Comitato provinciale per la sicurezza e ha detto chiaramente che «Roma è la città numero uno in Italia per il rischio attentati».



Ecco perché il governo ha deciso di mandare l'Esercito a presidiare gli obiettivi sensibili: scuole internazionali, sedi della comunità ebraica, ambasciate, monumenti e Vaticano. Una mappatura che la Questura ha chiesto di aggiornare lo scorso 27 febbraio e che verrà definita entro venerdì. Solo nella Capitale sono impiegate 1.136 persone nei servizi anti-terrorismo.



I COMMISSARIATI

L'arrivo dei militari, che si stanno già addestrando, consentirà di dirottare polizia e carabinieri in periferia, dal Casilino al Prenestino, «perché ci sono zone in sofferenza», ha avvertito il questore Nicolò D'Angelo. Che insieme al sindaco Marino sta mettendo a punto un piano per rimodulare la presenza degli agenti nei commissariati fuori dalle Mura aureliane. «Oggi - ha ricordato Marino - c'è 1 agente ogni 250 abitanti in centro e 1 ogni 2500 in periferia». Per fronteggiare la criminalità organizzata, dotata di una capacità di penetrazione messa in luce anche dall'inchiesta su Mafia Capitale, il Viminale ha deciso anche di mandare in campo i Reparti prevenzione anticrimine.



REATI IN CALO

Un lavoro, quello di carabinieri e polizia, che ha già dato i suoi frutti dato che a Roma, ha ricordato ieri Alfano, nel 2014 ci sono stati 5mila reati in meno rispetto al 2013, a fronte di più arresti, denunce e beni sequestrati e confiscati per 1,4 miliardi. «Roma è già una città più sicura di molte altre capitali - ha detto il ministro - basta guardare l'indice di delittuosità di Bruxelles, Berlino, Vienna e Londra».



DECORO

É in arrivo anche una stretta anti-degrado. Il Viminale è al lavoro per dare «più poteri ai sindaci di difendere i centri storici ed i monumenti delle nostre città», anche dopo la devastazione di Piazza di Spagna da parte dei tifosi del Feyenoord.



Al sindaco dovrebbero essere concessi dei poteri di ordinanza relativi all'ordine pubblico, modello “movida”, per rendere alcune zone del centro storico off limits anche alle attività di «accattonaggio e carità molesta». A stabilire la mappa sarà il Comune, che dovrebbe limitare il provvedimento alle vicinanze dei monumenti. «Una cosa è certa - ha detto Marino - la situazione di degrado di oggi non è più tollerabile».



STOP AI VIOLENTI

Comune e Questura lavorano anche alla revisione del protocollo dei cortei in centro storico. «Il diritto a manifestare è sacro santo - ha sottolineato Alfano - ma anche il centro di Roma è sacro». «È un regolamento vecchio che va rivisto», ha detto il questore D'Angelo, che ha ricordato come nell'ultimo anno siano stati impiegati 13.681 uomini soltanto per i servizi di ordine pubblico alle manifestazioni.

Il nuovo protocollo dovrebbe vietare in centro i cortei considerati a rischio, segnalati attraverso il lavoro dei servizi di informazione e ingelligence.



Per monitorare l'applicazione delle misure stabilite ieri Alfano ha anche annunciato che parteciperà ogni mese a una riunione del Comitato per la sicurezza. In Campidoglio il sindaco Marino la considera «una grande vittoria», che testimonia «l'attenzione straordinaria del governo nei confronti della Capitale». Per il primo cittadino rinforzi sulla sicurezza «permetteranno una ridistribuzione e quindi una maggiore presenza percentuale di forze dell'ordine nelle nostre periferie».