Un “corridore” che porta in Vaticano

Un “corridore” che porta in Vaticano
di Fabio Isman
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Sabato 22 Ottobre 2016, 17:09 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 18:00
LA STORIA
E' uno dei rari lacerti della Roma medievale, e prima racchiudeva la «Roma leonina», quella di Leone IV, morto nell'855 e proclamato santo: il Borgo, dal tedesco Burg, ovvero città appunto fortificata. Il Papa fa erigere il muraglione, a difesa della Basilica Vaticana e della mini città che era sorta tra questa e il Tevere. Poi, muta di significati, e anche di funzione: servirà addirittura al salvataggio dei pontefici nel munito Castel Sant'Angelo. Nell'antichità, nell'Urbe piena di torri con funzioni anche militari, chi s'impadroniva del Castello sovente otteneva, ben presto, la cattedra di Pietro per uno della famiglia. Erano i tempi in cui sul sacro soglio sedevano soprattutto dei nobili romani. Oggi, il «passetto di Borgo, detto anche «corridore», è soltanto una gran bella curiosità, ma troppo spesso ignota ai più.

PRIGIONIERI
Della Roma medievale, una stagione assai meno oscurantista di quanto parecchi vorrebbero, non ci è rimasto troppo. Gli insediamenti successivi l'hanno cancellata. Però non questo «corridore». Papa Leone crea il muro tra l'848 e l'852, e utilizza, pare, anche dei prigionieri musulmani; ne resta soltanto questo tratto, che rimarrà anche dopo la nascita della nuova cinta muraria, nel Cinquecento. Quando poi si erigono i Borghi Nuovi (quelli antichi sono spariti per uno sventramento), Pio IV Medici si limiterà a forare il muro, in alcuni punti, per permetterne il collegamento con il quartiere che si era ormai formato seicento anni fa: c'è ancora il suo stemma, all'apice delle aperture. Le funzioni difensive erano ormai decadute. Tuttavia, non troppo. E si vedono ancora le tracce di tre arconi che un altro Papa, Clemente VIII Aldobrandini, fa aprire dopo il 1598, per un progetto mai realizzato: vi sarebbe dovuto passare sotto un canale alternativo al Tevere, con cui cercare di imbrigliarne le esondazioni, sempre troppe, sempre gigantesce, e sempre foriere di lutti e gravi danni. In questo caso, a far paura era stata la piena del 1598. Ma il progetto abortisce, e quei tre archi vengono richiusi.

RIFUGIO
Dopo il ritorno dei Papi da Avignone, la funzione di difesa però rinasce. Erano tempi non tranquilli; e quel muro poteva permettere di raggiungere, per via aerea, il munito Castel Sant'Angelo direttamente dal Vaticano. A attrezzarlo per la bisogna, provvede Niccolò III Orsini nel XIII secolo, e il castello viene poi restaurato da Alessandro VI Borgia, a fine Quattrocento. Un solo pontefice ne farà uso, un altro Medici: Clemente VII, quando l'Urbe (1572) è invasa dai Lanzichenecchi. Nella parte del muro che è più prossima al Vaticano, si scorgono ancora i segni delle loro pallottole d'archibugio: miravano a quei prelati che percorrendolo, si rifugiavano nelle mura del Mausoleo di Adriano. Ora, a richiesta, il «corridore» si può percorrere; ma non solo: regala anche un indicibile panorama sul Vaticano. E, sulle sue mura, restano i segni del tempo: gli stemmi di almeno quattro papi, la merlatura a beccatelli, e anche una struttura eterogenea, per le molte giustapposizioni. Chi ci passa accanto, o sotto, spesso non lo immagina neppure. E pensare che ponte Sant'Angelo, verso il castello, terminava invece che con due statue, con due cappellette: volute da Niccolò V Parentucelli in memoria di quella volta in cui, nella ressa per l'Anno santo, le spallette del ponte erano franate, e 1.450 pellegrini erano periti nel fiume. Però, le edicole si erano mostrate utili ai Lanzichenecchi in un tentato assalto, per cui, nel 1530, sono distrutte.

LA PROPRIETÀ
Il «corridore», dopo la presa di Roma del 1870, è anche al centro di un paradosso.
Pio IX Mastai Ferretti si era, in qualche modo, autorecluso negli appartamenti. Nessuno però aveva pensato di consegnare al nuovo arrivato le chiavi di quel «passetto» di collegamento. I militari del Castello, ne avevano sbarrato la porta, e per ben 120 anni il luogo rimane una sorta di «terra di nessuno». Soltanto dopo che i Patti Lateranensi sono stato aggiornati, la questione si è risolta: il «corridore» è di proprietà italiana, salvo la parte finale, verso il Vaticano, dove la Santa Sede ha pure aperto un sottopassaggio che conduce fino al Palazzo delle Congregazioni. Ma ormai nessuno deve, e dovrà, più salvarsi per quella via aerea.
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