«Ragazzo picchiato dai poliziotti», la sorella di Stefano Cucchi denuncia: «Era a terra pieno di sangue»

«Ragazzo picchiato dai poliziotti», la sorella di Stefano Cucchi denuncia: «Era a terra pieno di sangue»
di Veronica Cursi
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Giovedì 31 Luglio 2014, 14:20 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 19:08

A Ilaria Cucchi e Guido Magherini sembrato di rivivere l'orrore che li ha toccati da vicino. Un tuffo nel passato troppo doloroso per loro.

La sorella di Stefano Cucchi, geometra morto il 22 ottobre 2009 durante la detenzione dopo 7 giorni di carcere e il padre di Riccardo Magherini, 40enne morto lo scorso 3 marzo dopo essere stato fermato dai carabinieri, erano nella stessa macchina ieri sera quando hanno visto una scena che - a quanto denunciano - non scorderanno facilmente: un ragazzo picchiato a sangue per strada da tre agenti della penitenziaria che lo avevano ammanettato. Picchiato da uomini delle forze dell'ordine. Proprio come accadde, secondo quello che sostengono da sempre, ai loro familiari. Ma il racconto degli agenti messi sotto accusa non coincide con la loro versione: sarebbero intervenuti per sedare una lite tra l'uomo e due donne. Gli agenti sarebbero intervenuti per bloccare l'uomo che ha cercato di divincolarsi con spintoni e calci.

Il racconto «Ieri sera vicino al cimitero del Verano, ho visto un ragazzo accerchiato da tre agenti. Era ammanettato e lo colpivano con dei calci». Ilaria si trovava in auto proprio con Guido Magherini e all'avvocato Fabio Anselmo. «Stavamo tornando dalla cerimonia per l'anniversario della morte di Dino Budroni (ferito mortalmente da alcuni proiettili sparati dalla polizia dopo un inseguimento sul Gra a Roma) - racconta Anselmo - quando nei pressi del Verano , Guido Magherini ha urlato a Ilaria che guidava "Fermati, guarda che gli stanno facendo". Dall'altro lato della strada c'era un ragazzo a terra accerchiato da tre agenti». «Quando ci siamo avvicinati il ragazzo era per terra sdraiato a pancia in giù, con le braccia ammanettate dietro la schiena e aveva il volto insanguinato. È stata una scena drammatica. Magherini era sconvolto, ha rivissuto la morte del figlio. Agli agenti ripeteva "Mettetelo seduto, mio figlio è morto cosi"». Secondo alcune testimonianze, infatti, due dei quattro carabinieri che lo scorso 3 marzo arrestarono Riccardo Magherini, ex calciatore, gli avrebbero dato dei calci mentre era a terra, ammanettato a faccia in giù, con le braccia dietro la schiena. Magherini sarebbe morto per infarto proprio durante il fermo. Una scena, identica, dunque - secondo il loro racconto , a quanto avenuto ieri sera.

Ho rivissuto la morte di mio figlio «Erano in tre gli agenti attorno al ragazzo - racconta ancora Magherini - Uno gli teneva il collo e gli altri due gli davano dei calci dietro alle gambe per fargli piegare le ginocchia e farlo cadere a terra. Il ragazzo era esile, non arrivava a 50 chili. Non c'era bisogno di usare tanta forza». «Quando è caduto per terra con la faccia sull'asfalto, mi sono avvicinato e ho visto se respirava. Poi ho urlato di alzarlo - ricorda - loro lo hanno ammanettato e mi hanno detto "Non siamo stati noi a ferirlo in faccia". Non so cosa sia successo prima. Per me è stato terribile, ho rivissuto quello che è successo a mio figlio».

La richiesta di soccorso A confermare la presenza di un ragazzo ferito è il 118, che ieri sera ha trasportato il giovane in codice giallo al policlinico Umberto I. Secondo quanto riferito, però, la prima richiesta di soccorso sarebbe arrivata proprio da un agente della polizia penitenziaria che parlava di un uomo ferito alla testa in seguito a una colluttazione. La chiamata risalirebbe alle 18.49 di ieri e richiedeva un'ambulanza in via Tiburtina all'altezza del civico 279. Qualche minuto più tardi sarebbe arrivata la richiesta di intervento da parte di Ilaria Cucchi che oggi ha presentato una denuncia sull'episodio.

La versione degli agenti A quanto ricostruito dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, la

pattuglia di Rebibbia intorno alle 18.40 di ieri si stava dirigendo all'Umberto I per un servizio di piantonamento quando, ferma a un semaforo all'altezza di via Tiburtina 279, è stata avvicinata da un autista di un bus che riferiva di un uomo con il volto coperto di sangue che litigava con due donne. «Gli agenti - proseguono dal Dap - sono scesi dal mezzo per bloccare l'uomo che ha cercato di divincolarsi con spintoni e calci. Uno degli agenti, dopo aver tentato di impedire che aggredisse nuovamente le due donne, lo ha ammanettato». L'uomo è stato scortato in ospedale dove avrebbe rifiutato il ricovero. Le due donne romene non hanno sporto denuncia e lo straniero, incensurato, sarebbe stato rimesso in libertà.

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