Passeggiare per i musei, le mostre e i parchi archeologici di Roma senza pagare nulla. È questa la richiesta della sindaca Virginia Raggi al ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini. «La richiesta che farei a Franceschini è di togliere il biglietto d’ingresso a musei, mostre e parchi archeologici. L'accesso dovrebbe essere senza limiti, almeno per i romani». E il motivo è ben preciso. La Raggi spiega che non è «per banalizzare i musei, ma per attirare le persone a passare il tempo libero all'interno del musei». E l’annuncio arriva su una delle nuove piattaforme social.
La diretta su Twitch
L'annuncio della Raggi è avvenuto su una delle nuove piaffaforme social. È Twitch e consente livestreaming. Di chi è la proprietà? Di Amazon.com. In particolare, la sindaca è stata ospitata alla trasmissione di Ivan Grieco. E durante la chiacchierata con il commentatore, ha ricordato «la riapertura del Mausoleo di Augusto che avverrà il 1 marzo» e che, fino al 21 aprile, sarà «gratuito per tutti e per i romani fino alla fine dell'anno». La sindaca ha poi compiuto un bilancio del suo mandato, dichiarandosi «molto legata» all'istituzione della Mic-Musei in Comune, tessera che a 5 euro ti consente di entrare in tutti i Musei capitolini.
Oggi finalmente intervisto la Sindaca di Roma Virginia Raggi. Ore 15:30! Sarò comunque live dalle 10:00 per la fiducia a Draghi in Senato pic.twitter.com/Dp7Wpm6POU
— Ivan Grieco (@Rampageinthebox) February 17, 2021
Lo scontro tra la Raggi e Franceschini del 2017
Non è la prima volta che la sindaca e Franceschini si scontrano. Era già accaduto nel 2017, con la decisione del Mibact di istituire il Parco archeologico del Colosseo.
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Da parte sua, la sindaca aveva accusato il ministro di voler monopolizzare la citta. «Non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città che, invece, è patrimonio dei suoi cittadini, e senza concertare con i suoi rappresentanti diretti», aveva detto in una nota la sindaca di Roma. E inoltre aveva definito inaccettabile quella che considerava una divisione tra «aree di serie A e aree di serie B” nella Capitale».