Pd Roma, Orfini: caccerò i signori delle tessere

Orfini
di Simone Canettieri
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Venerdì 20 Marzo 2015, 06:32 - Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 14:02
Matteo Orfini, commissario «di un partito cattivo e pericoloso», come si esorcizza il Pd di Roma?

«Il rapporto di Fabrizio Barca mette correttamente in luce gli elementi degenerativi: un iscritto su cinque è fantasma. Ma ci sono anche gli enzimi sui quali far fermentare qualcosa di nuovo, le basi su cui ricostruire».



Ha parlato con il premier Matteo Renzi del caso Roma?

«Certo, siamo in contatto continuo. E' partita da lui la decisione di azzerare il partito dopo Mafia Capitale. E alla luce del rapporto di Fabrizio Barca e del mio lavoro sui tesserati, Renzi mi ha detto anche in questi giorni di andare avanti così, senza fare sconti a nessuno e di valorizzare la parte buona del Pd».



Ma questi capibastone che usavano i tesserati come carne da macello chi sono e che fine hanno fatto?

«Alcuni di loro pensano che passata la sfuriata potranno ricominciare con le vecchie logiche. Hanno capito male. E' cambiato il mondo».



Sta dicendo che c'è ancora chi nel Pd romano sogna la Restaurazione?

«In alcuni circoli hanno risposto a Barca di non presentarsi nemmeno, sono, anzi erano, circoli controllati dai signori delle tessere».



Perché non fa i nomi? Altrimenti tutto questo lavoro di denuncia rischia un finale ipocrita.

«I nomi saranno evidenti quando presenteremo il rapporto finale delle verifiche: nessuna ipocrisia. Già con il nuovo tesseramento, che partirà in maniera trasparente a metà aprile, sarà impossibile ripetere i vecchi meccanismi ed emergerà una nuova classe dirigente».



I capibastone saranno ricandidati alle prossime elezioni?

«Nel 2018 non ci dovranno più essere queste figure. Cacceremo a pedate chi se lo merita».



Ha fatto dimettere il mini-sindaco di Ostia per anticipare una bufera giudiziaria?

«A Ostia c'è la mafia e bisogna alzare il livello di guardia. Dopo una sottovalutazione iniziale siamo corsi ai ripari: l'intervento del sindaco Marino con la nomina dell'assessore Sabella come delegato è stata la scelta migliore».



Sta per scoppiare il secondo tempo di Mafia Capitale?

«Non lo so, mi limito a leggere i giornali. Posso solo dire che siamo al fianco del procuratore Giuseppe Pignatone, dalla parte della legalità. E proprio per questo a chi ci attacca vorrei ricordare che quanto accaduto a Roma riguarda tutta la città. Soprattutto il centrodestra. Quindi niente lezioni: siamo gli unici ad aver fatto pulizia, gli altri no».



Fino a quando sarà commissario?

«Conto di concludere l'esperienza prima dell'inizio Giubileo».



A proposito, nei giorni scorsi per la gestione dell'Anno Santo sembrava di essere ritornati ai vecchi tempi: il Pd da una parte, Marino dall'altra.

«Il dibattito e il pluralismo sono utili. Questo Giubileo sarà molto diverso da quello del 2000. Bisognerà lavorare sull'accoglienza, basteranno anche strumenti ordinari, magari con delle deroghe».

Ma chi dovrà coordinare la cabina di regia?

«Il sindaco Marino».