Tavolini a Roma, altra proroga. Permessi più rapidi per le nuove pedane

Con il decreto Aiuti procedure facilitate non servirà più l’ok della Sovrintendenza

Tavolini, altra proroga. Permessi più rapidi per le nuove pedane
di Francesco Pacifico
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Venerdì 13 Maggio 2022, 00:58 - Ultimo aggiornamento: 18:07

Un emendamento al decreto Aiuti - è passata ieri in Senato la fiducia al testo - disinnesca (per ora) la mina dei tavolini. E garantisce a bar e ristoranti una proroga alle occupazioni di suolo pubblico più generosa di quella che il Comune si appresta a concedere fino al 30 ottobre. Anche perché blocca ancora il potere d’interdizione della Sovrintendenza. Su spinta della Lega, il Parlamento ha, da un lato, confermato lo status quo fino al 30 settembre per le autorizzazioni concesse durante il Covid (13mila soltanto a Roma) e, dall’altro, ha soprattutto esteso le procedure semplificate anche per concedere le nuove occupazioni di suolo pubblico, escludendo anche in questo caso il parere di palazzo Lovatelli come quello della Soprintendenza nazionale. Un aspetto che spaventa non poco i Municipi come il I e il II, dove è stata massiccia la presenza di nuovi dehor e pedane. 

Stando a queste disposizioni, la proroga varrà fino al 30 settembre, con i titolari dei locali che di fatto avranno soltanto come unico obbligo quello di versare il canone di occupazione, che si è tornato a pagare da aprile.

Questa, quindi, la decisione del governo e che in parte collima con quelle che si accinge a prendere il Campidoglio. Per attutire i contraccolpi sulle categorie, l’assessore alle Attività produttive, Monica Lucarelli, alla prima giunta disponibile porterà una proposta di deliberazione per regolamentare la fase transitoria (in vigore fino al 30 ottobre) e che sarà sottoposta all’approvazione dell’Assemblea Capitolina. Un testo che sarà limato nelle prossime ore, ma che in primo luogo prevede - a differenza di quanto dispone l’emendamento al decreto Aiuti - che anche per ottenere la conferma dei permessi i titolari debbano presentare una richiesta entro fine giugno ai Municipi del proprio territorio, da depositare in via elettronica. Sempre stando alle intenzioni del Campidoglio, queste richieste come quelle di nuove occupazioni potrebbero essere anche accompagnate da un atto di asseverazione, di certificazione, di un tecnico. Di più, nelle zone sotto tutela artistica o paesaggistica, ci vorrà il via libera della Sovrintendenza.

Sempre nella delibera è previsto anche un allentamento per ulteriori tavolini nelle zone centrali: stando alle ultimi ipotesi che circolano a Palazzo Senatorio, in tutto il I Municipio (quindi anche Trastevere, Prati, Monti o Testaccio) salterà l’ampliamento alle pedane del 50 per cento concesso agli esercenti proprio per venire incontro alla crisi di incassi scaturita dopo lo scoppio della pandemia.

MOBILITÀ

Rispetto alle richieste delle associazioni di categoria, è stato confermato il divieto ad allestire piattaforme o dehor nelle vie consolari. Su questo l’assessore ai Trasporti, Eugenio Patanè, è stato irremovibile. Ma non è detto che durante l’approvazione dell’atto in Assemblea Capitolina la maggioranza di centrosinistra possa emendare questo punto, autorizzando l’installazione dei tavolini anche in quelle strade che rientrano nella grande viabilità ma che non sono da annoverare tra quelle a scorrimento veloce oppure tra le consolari: per esempio, via Duilio, via delle Fornaci e via Galvani. Come in passato, poi, la pedana dovrà essere lontana almeno 5 metri dai monumenti vincolati, mentre per ottenere una postazione su uno stallo di parcheggio servirà il via libera dei vigili. 

Questo almeno dovrebbe contenere l’atto da portare in Aula Giulio Cesare, le cui misure stando al testo dell’emendamento saranno valide dal Primo ottobre. Anche se non sono esclusi ulteriori accorgimenti per delineare meglio la presenza dei tavolini nelle zone di pregio o in quelle più congestionate. Certo è che questo è soltanto un primo atto per riordinare tutta la materia: l’assessore vuole fare chiarezza su tematiche mai risolte come il catalogo degli arredi e guarda anche a un nuovo e più generale regolamento.
 

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