Tevere, centinaia di pesci morti: «Li hanno soffocati i detriti»

Tevere, centinaia di pesci morti: «Li hanno soffocati i detriti»
di Flaminia Savelli
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Venerdì 27 Agosto 2021, 09:03 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 10:30

Le prime segnalazioni sono arrivate mercoledì pomeriggio dal Ponte della Musica quando alcuni passanti hanno notato le carcasse dei pesci morti trascinate dalla corrente. Poi ieri mattina, si sono ripetute all'altezza del piazzale delle Belle Arti e poi ancora da Ponte Testaccio fino a viale Marconi. Infine, l'allarme è scattato tra Fregene e Maccarese, sul litorale romano. Dove per tutta la giornata le squadre della Capitaneria di Porto di Roma hanno eseguito i primi rilievi attivando l'Ufficio Ambiente del comune di Fiumicino e il Servizio veterinario della Asl.

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Le squadre dell' Arpa (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente) hanno intanto eseguito i primi test sulle acque e sugli esemplari morti.

Le ricerche dovranno accertare se nelle acque del fiume sono finiti, e in quale quantità, sversamenti tossici. L'ipotesi al momento è che a causare la moria di pesci siano state le abbondanti piogge dello scorso mercoledì che hanno ripulito, dopo settimane, il manto stradale. Ancora: gli esperti non escludono che i pesci siano morti per soffocamento. Anche in questo caso, la causa sarebbe da attribuire al temporale degli scorsi giorni. L'acqua piovana potrebbe aver rime stato il fondale del fiume aumentando la concentrazione di zolfo e anidride carbonica. In sostanza, l'improvvisa concentrazione di detriti affluiti dai fossi avrebbe aumentato l'apporto organico riducendo l'ossigeno in acqua. n fenomeno naturale dunque, che ha però avuto pesanti conseguenze e che dovranno analizzare gli uomini del Servizio zoo profilassi.


Gli agenti della polizia Municipale stanno invece svolgendo ulteriori verifiche lungo il greto del fiume.
Già da ieri hanno risalito la corrente verso l'Aniene per escludere sversamenti illeciti dalle zone industriali. Nelle prossime ore si procederà dunque anche con le analisi dei terreni a nord della Capitale. Mentre i veterinari delle Asl sono incaricati, durante l'autopsia, di studiare anche le branchie degli esemplari morti. «I detriti, a causa dell'abbondante pioggia, potrebbero aver ostruito le branchie causandone la morte», spiegano. Intanto il fenomeno sta diventando sempre più frequente.


IL PRECEDENTE
La scorsa estate infatti - durante la prima settimana di giugno - un violento acquazzone aveva poi innescato una situazione analoga con l'allarme che era scattato in diversi punti del fiume. Anche in quel caso, le squadre dell'Arpa si erano attivate per accertare le cause della moria. I risultati dei test nelle acque avevano quindi accertato la presenza di pesticidi e veleni. Nello specifico gli esperti della Asl avevano trovato tracce di Cipermetrina, utilizzata per zecche e zanzare. Una quantità minima che però, legata alla mancanza di ossigeno avrebbe causato la morte degli esemplari. Inoltre erano stati rilevati residui di Clotianidina, una sostanza presente negli insetticidi, vietata e ritirata dal mercato nel 2018 perché uccideva le api. Un nuovo allarme era poi scattato un mese dopo - la prima settimana di luglio - anche in quel caso, dopo una violenta perturbazione.

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