Partono i test rapidi sul sangue: «Priorità a medici e autisti di bus»

Partono i test rapidi sul sangue: «Priorità a medici e autisti di bus»
di Francesco Pacifico
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Domenica 5 Aprile 2020, 10:48
Entro la fine della prossima settimana partiranno nel Lazio i test rapidi sierologici. Quelli sul sangue, indispensabili per scoprire quante persone sono entrate in contatto con il virus del Covid-19 e capire se la malattia è stata sconfitta o meno. E lo si fa, andando a vedere attraverso le immunoglobuline, se si è stati contagiati o meno e soprattutto se sono stati prodotti gli anticorpi. Si potrebbe iniziare anche prima, se dal ministero della Salute e dall’Istituto superiore di sanità arriveranno conferme a breve sulla validità dell’esame. Fatto sta che domani, come annunciato dal governatore Nicola Zingaretti, e dal suo assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, arriveranno le linee guida della Regione redatte con un pool di esperti per delineare tempi, modi e perimetro del piano.

Quel che è certo al momento, come ha spiegato D’Amato (ieri anche lui allo Spallanzani insieme al presidente), che saranno quattro le categorie sulle quali si inizierà a effettuare i test sierologici: il personale sanitario, medici e infermieri in testa, gli addetti comunali ai servizi pubblici (come autisti dei bus e operai che raccolgono i rifiuti), residenze per anziani e strutture al chiuso ancora funzionanti. Si partirà da loro per poi allargare le analisi ad altre fasce della popolazione, anche se dalla Regione hanno ricordato che difficilmente questa modalità coprirà i circa sei milioni di abitanti del Lazio.

«Non ho mai parlato di tamponi a tutta la popolazione – ha aggiunto l’assessore –. Noi ne abbiamo fatti tanti, siamo a 45mila. Noi parliamo di una estensione massiccia dei test sierologici». Sono in corso sperimentazioni allo Spallanzani e a Tor Vergata. Sempre l’assessore ha garantito che, a differenza di quanto annunciato da altri governatori, la Regione si muoverà d’intesa con il governo, tanto da parlare di «intervento coordinato con le indicazioni nazionali, alcune sono nella circolare ministeriale. Guardiamo ai test rapidi molecolari con grande attenzione, così come guardiamo con attenzione ai test sierologici». Gli fa eco il governatore Zingaretti: «Dietro la parola test ci sono tante cose. ci sono test utili e non utili, e anche in questo dobbiamo affidarci alla scienza».

Rispetto alla sperimentazione nazionale, il test rapido sul sangue è al centro di alcune verifiche in corso allo Spallanzani e a Tor Vergata, mentre la stessa modalità di controllo è stata già utilizzata nei controllo fatti nelle “zone rosse” di Nerola e Contigliano al Nomentana Hospital, isolata dopo la scoperta di 22 casi positivi.
Dalla giunta Zingaretti sottolineano che accanto a questi test rapidi continueranno quelli molecolari con i tamponi, gli unici in grado di riscontrare con sicurezza la malattia.
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