Roma, sassi contro i conducenti: «Non vogliono più guidare»

Roma, sassi contro i conducenti: «Non vogliono più guidare»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 20 Agosto 2021, 22:46

Tre sassaiole nel volgere di 48 ore. I finestrini in frantumi, i sassi scagliati che impattano sui vetri della cabina di guida o ruzzolano sui sedili dei passeggeri. Gli autisti dei bus romani ora hanno paura. Nel quartier generale dell’Atac temono che l’escalation di attacchi possa portare dritto a una sorta di ammutinamento: con i conducenti impauriti che si rifiutano di mettersi al volante, temendo di diventare il bersaglio di una scarica di ciottoli e lastre. Il passaparola nelle rimesse è già partito. Il direttore generale dell’Atac, Franco Giampaoletti, ha posto il tema sicurezza in Prefettura. «Lo facciamo da mesi - racconta - ma finora l’unica cosa che abbiamo ottenuto, dal Comune, è una pattuglia dei vigili urbani che sosta davanti all’ingresso del deposito della Magliana». La rimessa più colpita. Anche due notti fa, quando una navetta del 128, che dalla Magliana Vecchia fa la spola con l’Ostiense, è stata crivellata da una raffica di pietre. E il 17 agosto, altre due aggressioni, su due bus in servizio per la linea 981, per fortuna senza passeggeri a bordo. 

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Gli attacchi contro i bus

Tutti gli attacchi si sono verificati nelle immediate vicinanze del deposito.

E la pattuglia della Municipale non sembra avere migliorato le cose, dice l’Atac. «Stiamo parlando di agenti con compiti limitati, mansioni di polizia amministrativa - riprende il dg del colosso dei trasporti - Serve un intervento di altro tipo, da parte delle forze dell’ordine». Un presidio della polizia o dei carabinieri? Una camionetta dell’Esercito, come quella spedita a vigilare sull’impianto dell’Ama a Rocca Cencia? Il direttore generale dell’Atac non entra nel merito: «Noi segnaliamo i problemi, le soluzioni deve fornircele chi gestisce la pubblica sicurezza». Una cosa è certa: la sequenza di sassaiole delle ultime settimane (e degli ultimi giorni) ha messo in agitazione il corpaccione degli autisti. Il pericolo, spiega chiaramente Giampaoletti, «è che ci possano essere ripercussioni sulle corse. Almeno in alcune fasce orarie, potremmo ritrovarci senza autisti disponibili a guidare». Da parte dei conducenti, aggiunge, «non c’è ancora stata una comunicazione formale, ma non ci vogliono capacità divinatorie per intuire quello che sta avvenendo nei depositi. Poi certo, teoricamente, potremmo adottare provvedimenti disciplinari contro chi si rifiuta. Teoricamente. Perché quando una persona è spaventata, perché magari teme di sbandare sotto il lancio di pietre, non è facile». Da qui la richiesta alle forze dell’ordine, prima che la situazione sfugga completamente di mano.

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La rappresaglia

Chi c’è dietro il lancio di sassi? In una nota ufficiale sugli incidenti, la partecipata ha scritto che «in tutti i casi il lancio è avvenuto mentre le vetture transitavano in via Candoni vicino al campo rom». I vertici di Atac un’idea, quindi, ce l’hanno: «Abbiamo da poco potenziato la sorveglianza e installato un nuovo sistema di antifurto perimetrale - conclude il dg - Prima alcuni rom entravano e arraffavano come potevano, dai pezzi di ricambio ai metalli. Ora non più. La mia idea personale è che possa essere una vendetta. Ma ora lasciamo lavorare gli investigatori».

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