Una sentenza del Tar del Lazio spazza via decenni di proroghe e lassismi sulla gestione delle 11mila bancarelle di Roma. E spinge il Campidoglio a mettere finalmente a gara tutte le licenze della galassia opaca dell’ambulantato: camion bar, smerci di paccottiglia per turisti proliferati intorno ai monumenti della Grande bellezza, spesso concessi a canoni stracciati rispetto al volume d’affari e finiti nelle mani di un pugno di famiglie in regime di semi-monopolio.
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«Bancarelle subito a gara». Salta la proroga fino al 2032
A bando, secondo i giudici amministrativi, dovranno andare perfino le postazioni nei mercati di quartiere. Tutti i permessi comunali scadevano il 31 dicembre del 2020. L’ex governo Conte, a una manciata di giorni dal gong, prorogò le concessioni per l’ennesima volta, addirittura per altri 12 anni, fino al 2032. Ma un parere dell’Antitrust chiesto dall’ex sindaca Raggi, spedito a Palazzo Senatorio a marzo 2021, ha invitato l’amministrazione cittadina a imboccare la strada opposta: stop al maxi-rinnovo delle licenze e piena applicazione della Bolkestein, la direttiva Ue sulla concorrenza, approvata nel 2006 e rimasta finora lettera morta per l’intero comparto. L’ex giunta grillina aveva provato a far partire i bandi per riassegnare le postazioni, ma ha incontrato, ovvio, l’opposizione tenace degli ambulanti, decisamente riottosi a lasciare il tesoro delle licenze che avevano conservato per decenni senza uno straccio di gara.
LE PROTESTE
Proteste di piazza sotto al Marc’Aurelio e battaglia legale, con un ricorso al Tribunale amministrativo del Lazio presentato da 9 associazioni di bancarellari. Le toghe di via Flaminia però hanno cassato tutte le richieste.
LA TRINCEA
Per difendere l’ultimo rinnovo ultradecennale delle licenze, i ricorrenti avevano sostenuto di essere gli unici in grado di assicurare la «tutela e conservazione del patrimonio nazionale storico e artistico». Secondo i magistrati del Tar, il teorema non regge: «Quand’anche si riconoscesse un nesso tra tutela del patrimonio e commercio su area pubblica, non è dato sapere perché tale tutela potrebbe essere assicurata solo mantenendo i ricorrenti nelle loro concessioni e non anche consentendo l’ingresso nel settore di altri aspiranti». Il verdetto ora instrada la nuova giunta di Gualtieri sul percorso più trasparente: gare per tutte le bancarelle. I bandi per le 11mila le postazioni dovranno essere pubblicati entro fine anno, in modo da poterli assegnare entro «il 31 dicembre 2023». Stavolta senza più proroghe.