Roma, telecamere rotte sulla metro A. L'Atac: «Guidare lo stesso»

Roma, telecamere rotte sulla metro A. L'Atac: «Guidare lo stesso»
di Lorenzo De Cicco
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Venerdì 26 Luglio 2019, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 10:09

Le telecamere sono guaste? Il treno viaggia lo stesso. Perfino se vanno in avaria gli impianti che controllano le porte passeggeri, gli accessi da cui ogni giorno salgono e scendono centinaia di migliaia di persone. L'ordine a tutti i conducenti è stato diffuso l'altro ieri dall'Atac e varrà per la prima linea di Roma, la metro A, fino al 30 settembre.

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L'obiettivo è ridurre uno dei guasti più comuni dei convogli, piuttosto datati. E pazienza se a qualcuno la misura potrà sembrare pericolosa. Soprattutto dopo gli incidenti degli ultimi due anni: l'ultimo, il 27 gennaio scorso, nella stazione della metro B a Garbatella, quando una donna, Joanna Maziarz, è stata sbalestrata per 20 metri sulla banchina dopo essere rimasta impigliata a un portellone. Stesso film del 2017, quando una bielorussa di 45 anni, Natalya Garkovich, rimase agganciata con le buste della spesa a un treno in partenza, finendo trascinata sul bordo esterno, un tragico incidente che le ha causato danni irreparabili.

I CONTROLLI «POSITIVI»
L'Atac garantisce che sia tutto a norma e sicuro. La società del Campidoglio ha in mano, come si legge nella disposizione spedita ai macchinisti, «l'esito positivo di prove e verifiche» effettuate il mese scorso e ha anche ottenuto il via libera del ministero dei Trasporti: l'Ustif, l'organo periferico del dicastero, ha detto che è tutto ok. «Parere favorevole». Ecco allora l'ordine ai depositi: i treni della metro A potranno viaggiare anche con l'impianto delle telecamere «con funzionamento degradato». Avanti spediti, quindi, anche se «non è attiva la visualizzazione dell'area interessata dall'azionamento della maniglia di emergenza» e addirittura se «non è attiva la visualizzazione della fiancata del treno in fase di salita e discesa dei passeggeri».

Ma tranquilli, l'Atac ha chiesto ai conducenti di «attenersi a quanto prescritto dal regolamento circolazione dei treni» e di «accertarsi sempre del regolare incarrozzamento dei passeggeri». E come ci si chiede se le telecamere sono kappaò? Con lo specchietto retrovisore. Che però, si è già dimostrato, non è infallibile, soprattutto per la parte finale del convoglio, che è molto distante. Tradotto: in certi casi la visuale risulta appiattita. Lo disse alla polizia lo stesso macchinista dell'incidente della Garkovich, nel 2017: prima di partire ho controllato ma non ho notato nulla. «Tra il segnale sonoro e la chiusura delle porte trascorrono circa dieci secondi - raccontò agli agenti - ho visto lo spazio tra i vagoni e la linea gialla liberi, quindi sono ripartito».

D'ora in poi, però, «eventuali segnalazioni di avaria non dovranno essere prese in considerazione». L'Atac ha comunque invitato tutti gli addetti a fare in modo che «siano applicate le procedure di emergenza in caso di ogni possibile situazione di pericolo». Nonostante le rassicurazioni, tra i conducenti serpeggia più di una preoccupazione. Come trapela anche dai sindacati. «Chi ha fatto questa scelta si prenderà le sue responsabilità commenta Claudio De Francesco, segretario generale della Faisa Sicel - A nostro parere con i mezzi vecchi, la visuale di un treno di cento metri è limitata e lo specchietto da solo non è una garanzia assoluta. Pensiamo alle grandi stazioni, con le banchine sovraffollate nelle ore di punta. Le telecamere possono risultare decisive. La sicurezza dev'essere sempre al primo posto».

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