Immediato l’intervento dei Carabinieri, prima in borghese, nella speranza di trovare il responsabile ancora nelle vie vicine, poi con la Scientifica. Sono state acquisite le immagini delle telecamere interne e di quelle nelle strade circostanti. I sospetti della proprietà sono caduti su un fotografo, assiduo frequentatore di mostre e gallerie. «È un personaggio noto nell’ambiente – dice Barbara Martusciello, curatrice della mostra – nei video si vede quando ruba la scultura composita realizzata con dadi bianchi. Avrebbe portato via anche l’altra, ma il contenitore non era sufficiente per entrambe. Le opere erano opzionate da collezionisti. Fortunatamente non ha preso una testa più fragile, del valore di circa ventimila euro, già acquistata da un collezionista americano». Potrebbero essere state proprio le notizie sui lavori venduti in Usa a suscitare l’interesse dell’uomo. «Siamo riusciti a risalire alla sua identità tramite i social - prosegue Martusciello - proprio perché frequenta tante mostre. Ora le teste non sono più qui. Sono state portate ai carabinieri per la rilevazione delle impronte». «Penso sia un furto su commissione - aggiunge l’avvocato penalista Bartolomeo Giordano, legale della Galleria, che ha presenziato ai rilievi - nel video si vede che sceglie la testa, valuta i lavori ma dedica attenzione a pezzi specifici». Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione piazza Farnese, proseguono, e sarebbero già vicine alla conclusione. Il primo obiettivo è trovare la scultura. Le prime 24 ore dopo il furto, infatti, sono le più “calde” per la ricettazione di opere d’arte. L'uomo è stato rintracciato e denunciato.
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