Un errore del Campidoglio sarebbe potuto costare a un fioraio romano la perdita della sua unica attività: un banchetto di fiori, punto di riferimento per i residenti del quartiere Parioli da quarant'anni. Secondo l'amministrazione capitolina, l'uomo, sulla cinquantina, avrebbe dovuto fare le valigie e spostarsi al mercato rionale della zona per motivi di «ordine pubblico e sicurezza», sprofondando così nell'ombra della concorrenza. Ma il commerciante si è accorto subito dell'incomprensione e ha portato il Comune davanti ai giudici amministrativi per chiedere l'annullamento del provvedimento.
Fioraio sfrattato dai Parioli, ecco l'errore
La decisione, infatti, era seguita a una segnalazione della Caserma dei carabinieri dei Parioli, nella quale veniva sollecitata la messa in sicurezza di un'edicola, ormai abbandonata, posizionata vicino alla caserma, così come il banchetto.
LA RICHIESTA
Il fioraio non era proprio citato nella richiesta dei militari.
I vandali potevano usare quel chiosco abbandonato per scavalcare il muro di recinzione della caserma ed entrare. E l'ex edicola sarebbe potuta anche diventare un luogo di bivacco e degrado generale. I militari ormai da anni avevano in mente di fare una segnalazione del genere al Comune di Roma, ma aspettavano che cambiasse la situazione. L'Assessore alle attività produttive del Municipio II ha accolto la richiesta e sollecitato subito l'intervento dell'amministrazione. Quando la lettera di spostamento dell'attività è arrivata anche per il banco fiori, però, il commerciante è andato su tutte le furie. Spostarsi da un momento all'altro al mercato rionale significava perdere i clienti di una vita. Così ha impugnato quella lettera davanti al Tar del Lazio.
Rifiuti a Roma, è emergenza: «Una discarica in città, sì a Monte Carnevale»
E i giudici amministrativi gli hanno dato ragione: il provvedimento era sbagliato perché i militari, parlando di sicurezza, non si riferivano al banco fiori, ma solo all'edicola. La sentenza è arrivata quasi nell'immediato e, così, l'uomo non si è mai dovuto spostare dal suo chiosco. I difensori si dicono soddisfatti del risultato processuale: «Siamo contenti che i giudici abbiano accolto i motivi del nostro ricorso. L'amministrazione aveva travisato le segnalazioni del Comando generale dell'Arma. Certo, quell'errore sarebbe potuto costare molto caro a un commerciante che vive solo con quell'attività e ha clienti affezionati che avrebbe perso all'improvviso».