Roma, task force anti-virus: in campo 6mila medici

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di Camilla Mozzetti e Raffaella Troili
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Domenica 23 Febbraio 2020, 21:41
Una task-force di 6mila operatori sanitari in campo, con una rete di sorveglianza infettivologica capillare che lavora a pieno regime e in stretto contatto con le autorità nazionali. A Roma e nel Lazio si rafforza la macchina operativa per affrontare l’allerta coronavirus. E intanto si muovono anche le scuole: dopo i casi nelle regioni del Nord, si va verso lo stop delle gite scolastiche dalla Capitale verso le zone sotto attenzione. 

A potenziare la task-force - costituita dopo i primi casi di contagio accertato nella Capitale- è stato l’assessorato alla Sanità della Regione. «La situazione è sotto controllo anche grazie a una capillare rete avviata a tutti i livelli e possiamo dire che stiamo lavorando in eccesso di precauzioni», spiega l’assessore alla Salute Alessio D’Amato. Tecnicamente la rete che copre l’intero territorio regionale può contare su un personale di 6mila unità - tra medici e infermieri - 4 mila dei quali concentrati su Roma. «Nella task-force - conclude D’Amato - sono entrati anche i medici di famiglia per coordinare 4.500 figure professionali della medicina di base e 890 pediatri». Attivata anche la rete dei reparti di malattie infettive di tutte le aziende sanitarie del Lazio con più di trecento posti letto isolati per le emergenze oltre a quanto già garantito dallo Spallanzani, mentre le Asl come già fanno da giorni seguiranno costantemente le segnalazioni domiciliari o i casi di auto-quarantena. Nell’accesso ai triage dei pronto soccorsi, inoltre, saranno seguiti particolari protocolli. Intanto nelle scuole è corsa contro il tempo, una decisione da prendere in questo weekend così diverso, più drammatico di altri. «Cosa facciamo? Dobbiamo partire lunedì per un viaggio d’istruzione per in Lombardia?». 
 
C’è chi ha scritto al ministero dell’Istruzione invano, da ieri Mario Rusconi presidente dell’Associazione nazionale presidi riceve telefonate allarmate dai capi d’istituto di Roma e d’Italia. «Un continuo: in chat, mail, telefono: a mio parere le gite in Lombardia e Veneto verranno sospese dalla scuole». Rusconi ha ricevuto richieste di consigli da parte di un importante liceo scientifico del centro, un istituto comprensivo sempre centrale, un altro periferico. A questo punto, la partenza è davvero a rischio. «Molti sarebbero diretti proprio in Lombardia, sui luoghi descritti da Manzoni nei Promessi Sposi. Altri in Veneto, a Verona, sulle tracce catulliane». Situazione in divenire. «I presidi sono in attesa di avere un divieto ufficiale dal Ministero della Salute o dell’Istruzione. So che in Campania il presidente della Regione d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale ha invitato i dirigenti a sospendere l’organizzazione delle gite scolastiche. In mancanza di indicazioni ho suggerito loro di non prendere decisioni singolarmente. Piuttosto anche via chat se il tempo stringe, convocare il consiglio d’istituto. È l’organo di governo della scuola del resto e tutte le parti devono intervenire e prendere una posizione: se far partire o meno quel dato gruppo in Italia o all’Estero. Non è una decisione che può essere affidata al singolo preside». Una cosa è certa. «Se decidono di bloccare i viaggi d’istruzione le famiglie che hanno già pagato perderanno i soldi, a meno che non ci sia una clausola assicurativa ma è molto raro. Ci affidiamo anche al buon senso dei genitori, se il consiglio d’istituto decide che il viaggio non si deve fare, che nessuna famiglia richieda i soldi alla scuola».
 
Da venerdì la preoccupazione è cresciuta, «non creiamo allarmismi ma stiamo accorti. In mancanza di un divieto non resta che una delibera del consiglio d’istituto». Il nodo è stato sciolto ieri sera al termine del Consiglio dei ministri con cui la responsabile della Scuola Lucia Azzolina ha annunciato le misure prese che «consentono la sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole, in Italia e all’estero». La decisione è maturata dopo «la richiesta che ho portato all’attenzione dei colleghi di governo e che farò in modo di rendere operativa già nelle prossime ore - ha concluso la Azzolina - Una precauzione che a mio avviso si rende necessaria in questo scenario. Il governo e le autorità sanitarie stanno facendo un lavoro serio e scrupoloso tenendo conto di un quadro che muta rapidamente».
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