«Dal punto di vista ragionieristico sono contento, dal punto di vista del trasformare le risorse in servizi...», ha detto senza finire la frase l’assessore Gianni Lemmetti in commissione ieri. Sottinteso: dal punto di vista politico, non sono felice. Perché si tratta comunque di soldi che non arrivano alla città, nonostante le 83 variazioni di bilancio durante tutto l’anno.
Nel 2017 il Campidoglio tenne in cassa più o meno la stessa cifra. Tra gli investimenti slittati nel 2018 c’è il rifacimento della tangenziale est, i lavori di messa in sicurezza delle barriere di protezione e di manutenzione straordinaria del fondo stradale lungo l’intero tratto compreso tra la galleria Giovanni XXIII e la nuova circonvallazione interna, la manutenzione straordinaria di via Portuense e di via della Pineta Sacchetti, l’eterna gara di piazza Venezia. In serata è arrivato anche il parere dell’Oref, organo di revisione contabile del Comune.
Il giudizio dei commercialisti, nominati a fine marzo, è positivo. Il parere avrebbe voluto averlo già ieri la vicepresidente della commissione Bilancio Monica Montella che ha abbandonato i lavori piuttosto presto ieri, ma comunque dopo aver tempestato di domande l’assessore Lemmetti criticando la scarsa capacità di riscossione del Comune (stesso problema che rileva anche l’Oref). «Ormai sembra dell’opposizione», commentano fonti della maggioranza. Nel rendiconto ci sono 330 milioni di euro accantonati per i contenziosi e tre miliardi di crediti di dubbia esigibilità: una marea e riguardano soprattutto sanzioni stradali e Tari.
Ma è il residuo dell’avanzo tecnico che mostra la difficoltà di programmare e spendere. «E si vedono tutti questi soldi non spesi, guardate come è combinata la città», attacca il consigliere di FdI Francesco Figliomeni che punta il dito anche sul cospicuo fondo per il contenzioso e sui debiti fuori bilancio «vero pozzo senza fondo». «Non vantatevi di questi risparmi», consiglia Orlando Corsetti che ieri in commissione Bilancio ha strappato una risata sincera all’assessore Gianni Lemmetti: «Paradossalmente se i tuoi colleghi non riescono a spendere quello che alla fine ci fa più bella figura sei tu».
Lui, Gianni, ha allargato le braccia: «Eh io faccio il mio».
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