Vespa Orientalis a Roma, la mappa dei quartieri più colpiti da Monteverde a Ostiense fino a Prati. L’esperto: «Stagione record»

Questo è l'insetto più studiato al mondo per la sua capacità di adattamento

Vespa Orientalis a Roma, la mappa dei quartieri più colpiti: da Monteverde a Ostiense fino a Prati. L’esperto: «Il prossimo anno sarà un vero caos»
di Alessia Perreca
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Martedì 24 Ottobre 2023, 16:20 - Ultimo aggiornamento: 20:17

Sul podio c’è Monteverde, seguito dal quartiere Ostiense. Nella mappa delle zone più colpite dalle vespe Orientalis figurano anche Portuense, Eur, Trionfale e buona parte del  centro storico. Decine e decine le segnalazioni pervenute dai residenti nei mesi estivi appena trascorsi. Ma la presenza di quei piccoli quanto pericolosi imenotteri è ancora viva e gli interventi di rimozione delle colonie abbracciano gran parte delle case romane fino alla campagna. «Il vero problema è la complessa gestione dei rifiuti lungo le strade», osserva a “Il Messaggero”, l’esperto Andrea Lunerti chiamato per mettere in sicurezza molte abitazioni. «Se non verranno presi provvedimenti seri - spiega - il prossimo anno sarà davvero un grande caos». 

La mappa

A Monteverde, nelle settimane precedenti, un uomo di 59 anni stava pulendo i vetri della finestra quando, a un tratto, uno sciame di vespe ha provato ad attaccarlo.

Lui, Lorenzo Mappelli, ha perso l’equilibrio ed è caduto dall’ottavo di una palazzina in viale Prospero Colonna. A nulla sono valsi i tentativi dei soccorsi per rianimarlo: l’uomo è deceduto sul colpo davanti agli occhi dei familiari che da diverso tempo avevano provato a denunciare quella colonia che stava infestando le loro case. Solo un sopralluogo del municipio e le tante chiamate a quel numero di emergenza, ora collassato, ma in concreto nessun intervento per rimuovere il nido.

Vespa Orientalis a Roma, un nido di 700 insetti in un'abitazione a San Saba: paura per un'anziana di 87 anni

Medesimo scenario  in via Livio Andronico, alla Balduina, dove i balconi dei palazzi dal civico 54 al 67 sono completamente invasi dalle vespe. Le richieste di aiuto giungono anche da Piazza Giovenale e via Ugo de Carolis, con il timore( più che giustificato) che quegli insetti possano entrare nelle case. A Ostiense, invece, al quarto piano di un palazzo a San Saba, un’anziana donna “conviveva” con un gruppetto di 700 Orientalis che avevano nidificato all’interno dell’intercapedine. Incubo per fortuna svanito senza aver sfiorato conseguenze disastrose. Un sospiro di sollievo anche per mamma Marta e papà Leo, genitori della piccola Ginevra, di 15 mesi. Nel loro appartamento, a San Pietro, centinaia di vespe avevano trovato un buon rifugio per proseguire la loro attività riproduttiva. La “scoperta” al rientro dalle ferie: insetti ovunque e con una “base” costruita all’interno del tubo di scarico di una caldaia interna. «Abbiamo raggiunto il picco massimo della loro espansione e, in questi giorni, i nidi sono davvero enormi e si contano dagli 800 ai 1000 individui», specifica l’esperto Lunerti. Il rischio vero arriva soprattutto quando, al ritorno dalle vacanze, si alzano frettolosamente le tapparelle e si rompe accidentalmente il loro nido: l’agguato di massa potrebbe arrivare in un istante. La lista delle zone tormentate dal fenomeno Orientalis non si esaurisce qui: l’emergenza vespe è ancora viva e non tenderà, dunque a placarsi, almeno fino alla metà di novembre, quando dovrebbero iniziare a diminuire drasticamente le temperature e i raggi solari lasceranno spazio alle piogge e ai temporali. Gli avvistamenti di colonie erano già stati accertati nel 2022, ma, a distanza di un anno, la situazione si è aggravata fino ad estendersi nelle campagne romane e al Sud dell’Italia, dove, oltre alle Orientalis, sono state rinvenute le Germaniche e i calabroni europei.

Vespa Orientalis, nido nell'intercapedine di una casa a Ostiense: attimi di paura per un'anziana di 93 anni

«Un’estate senza precedenti», ribadisce nuovamente l’etologo. «Tanti gli interventi e le chiamate al giorno dove consiglio sempre a tutti di prestare attenzione alle fessure, alle intercapedini e di applicare zanzariere alle finestre. Cercare, in sostanza, di suggerire “falsi” messaggi agli insetti per evitare che si avvicinino alle nostre dimore. Non servono trappole o lavori di neutralizzazione con spray. Sono compiti che spettano solamente a personale esperto».   

La vespa Orientalis, dallo Space Shuttle all’Italia

E’ l’insetto più studiato al mondo. Dall’Asia fino al parte Est del Mediterraneo, la vespa Orientalis è arrivata a diffondersi anche in Spagna, Bulgaria, Portogallo e nelle nostre città italiane. La sua straordinaria capacità di adattamento nei luoghi più ostili l’ha portata, nel 1984, addirittura a salire a bordo dello Space Shuttle per testare le sue resistenze ad ogni avversità. E diversi anni prima, nel corso di uno studio condotto in Israele, arrivò ad attaccare un gruppo di entomologi che avevano messo a punto una serie di esperimenti e osservazioni di Orientalis. «Si è evoluta anche nel deserto del Sahara - aggiunge Lunerti - in luoghi dove bisogna saper trovare la giusta tattica per riuscire a sopravvivere e ricercare cibo». E ora, da qualche tempo, è approdata anche in Italia: «Sono nel massimo della loro consistenza numerica a tal punto che hanno sommerso diverse aree verdi e quei luoghi dove sono presenti piante che secernano sostanze zuccherine», prosegue Lunerti. “Ospiti” certamente indesiderati ed aggressivi, ma con una possibilità di divenire un vero e proprio salvavita. Secondo uno studio condotto da un gruppo di ricercatori americani, diversi costituenti degli insetti e lo stesso liquido larvale sarebbero in grado di inibire le vie molecolari nelle varie fasi del cancro al seno senza avere alcun effetto tossico sulle normali cellule. «Non c’è ( al momento) nulla di certo - chiarisce l’etologo - ma l’eventuale scoperta potrebbe offrire risultati -sicuramente - incoraggianti». 

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