Roma, riceve una casa in eredità e dentro scopre un tesoro millenario: processato (e assolto). Cosa è successo

Dalle anfore antiche alle statuette votive, nell'abitazione c'era un vero museo

Roma, riceve una casa in eredità e dentro scopre 75 reperti millenari: processato (e assolto). Cosa è successo
di Giampiero Valenza
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Mercoledì 29 Novembre 2023, 22:33 - Ultimo aggiornamento: 1 Dicembre, 09:45

Quando i carabinieri sono entrati in casa per fare la perquisizione si sono ritrovati in un museo. E lì c’era praticamente di tutto: dalle anfore antiche alle statuette votive. Il blitz dei militari della stazione di Villa Bonelli è stato provvidenziale: hanno avuto loro l’occasione di imbattersi in questi resti della storia antica che erano custoditi con cura. 


LA STORIA


Correva l’anno 2009: il blitz, fatto in un’abitazione di via Ludovico di Monreale, a Monteverde Vecchio, aveva subito preso una piega particolare per i carabinieri.

E così il proprietario di casa (un uomo che allora aveva 44 anni) si è trovato davanti a una denuncia per la detenzione dei reperti. Inizia così il percorso giudiziario che finisce con un’assoluzione. L’uomo si difese dicendo che quei reperti erano lì perché dati dalla prozia alla madre. In pratica, se li era ritrovati. Una volta morta la mamma la casa è passata a lui in eredità e, secondo quanto è stato accertato, l’uomo viveva da pochissimo tempo nella casa di Monteverde Vecchio. Quello era un appartamento, per lui, che conservava solo i ricordi di quando era piccolo.


I BENI


Per cercare di valutare anche quale fosse l’entità dei 75 reperti ritrovati, i carabinieri di Villa Bonelli hanno chiesto l’aiuto dei militari della Tutela patrimonio culturale e che sono specializzati in questo settore. Grazie a un’analisi che è stata condotta è stata ricostruita un po’ di questa collezione alquanto variegata dei reperti: piccole anfore, vasi, ex voto, lampade, che sarebbero provenienti da diversi siti (non solo dal Lazio) e che riguarderebbero diverse epoche storiche: dall’epoca protostorica a quella etrusca fino alla Roma dell’età dell’impero. Tra i reperti ci sarebbero anche alcune copie moderne. Al termine del procedimento giudiziario che ha accertato la non colpevolezza del padrone di casa, il tribunale ora ha disposto il dissequestro dei beni. I settantacinque reperti sono ora nelle mani della Soprintendenza speciale archeologica Belle Arti e Paesaggio di Roma, con un passaggio di consegne fatto alla presenza dell’archeologa Antonella Bonini. Ora restano nella disponibilità della Soprintendenza che li studierà e potrà valutare una loro eventuale esposizione.


I PRECEDENTI


Non è la prima volta che i militari si trovano a restituire le opere del patrimonio archeologico alla Soprintendenza. Anzi, la forte collaborazione tra istituzioni permette di poter dare al patrimonio pubblico anche reperti di pregio che poi vengono esposte. 
Poco più di un anno fa un’indagine dei carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale aveva fatto tornare a casa - ad Anzio, nel museo civico archeologico - una statua romana datata tra il I e il II secolo avanti Cristo e alta 115 centimetri che stava per essere venduta nel mercato svizzero degli antiquari. L’opera, secondo gli studiosi, proveniva da una delle ville patrizie della zona a Sud della Città Eterna. E così è stata riportata nell’area da dove proveniva.
Sempre lo scorso anno a Roma e Valentano, nel Viterbese, i carabinieri del reparto operativo della tutela del patrimonio culturale hanno sequestrato 1.252 reperti archeologici in una casa (con una persona denunciata per ricettazione). E nella Capitale, poi, stesso capo d’accusa per un uomo trovato lo scorso anno con una statua con figura maschile senza testa e arti, varie epigrafi funerarie romane, nove amuleti egizi e una croce ansata egiziana. In sostanza, conservava un piccolo tesoro di storia.

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