L’estate è terminata da diversi mesi, ma api e vespe ancora popolano diversi quartieri della Capitale. L’ultimo alveare era stato rimosso, giorni fa, a Tivoli: gli insetti avevano creato il loro nido in un incavo di una pianta. Ieri, un’altra colonia è stata scovata nella parete di uno studio Interior Design in via Gregorio VII: 11 favi, decine di migliaia di api e una grande riserva di miele. «Anomalie che possono verificarsi nel mese di novembre perché gli imenotteri, in questa stagione, hanno nidificato ovunque», spiega a il “Messaggero”, l’esperto etologo Andrea Lunerti.
La scoperta
L’allarme è scattato qualche giorno fa quando una dipendente di un ufficio si è resa conto di un incessante andirivieni di api fuori dall’edificio, al quarto piano, di un palazzo in via Gregorio VII.
Stagione anomala
La scoperta di ieri non è l’unico caso singolare che si è verificato nel corso delle ultime settimane. Dopo lo sciame che ha interrotto la raccolta d’olive nelle campagne di Tivoli, lo scorso 14 ottobre, api erano state rinvenute all’interno di un muro spesso di 50 centimetri, a Nepi. «Preferiscono le strutture costruite dall'uomo che garantiscono più calore sicurezza della cavità di un albero», dice Lunerti.
Come dobbiamo comportarci? «Nessuna iniziativa autonoma perché è un momento peraltro in cui nascono le api che vivranno d’inverno: sono molto più robuste e hanno la possibilità di uscire dal loro nido alla ricerca di sostanza utili a nutrire la loro famiglia. È il periodo dei "saccheggi": le colonie forti aggrediscono le deboli e per tali ragioni è necessario fare attenzione a non avvicinarsi al nido».