Ama, stop agli straordinari: i netturbini di Roma lasciano i rifiuti al mercato di Porta Portese

I dipendenti si rifiutano di lavorare oltre il turno: i cassonetti in città restano pieni

Ama, stop agli straordinari: i netturbini di Roma lasciano i rifiuti al mercato di Porta Portese
di Francesco Pacifico
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Giovedì 15 Giugno 2023, 06:07 - Ultimo aggiornamento: 06:09

Domenica scorsa dopo le 15, e finito il loro turno dopo quasi sette ore di lavoro, i netturbini hanno fatto cadere letteralmente la scopa. Anche perché da qualche giorno Ama ha deciso di congelare la richiesta degli straordinari ai suoi dipendenti, oltre le 12 ore mensili concordate con i sindacati. La vicenda ha riguardato la squadra impegnata a Porta Portese, che a quell'ora di solito è un immondezzaio a cielo aperto dopo la chiusura del mercato settimanale. Quando l'azienda ha chiesto agli uomini di restare, è stato risposto che l'orario era concluso, costringendo Ama a inviare un'altra squadra da quelle parti per terminare lo spazzamento e il ritiro della spazzatura.
Per la cronaca, i vertici di via Calderon de La Barca stanno valutando se aprire un procedimento contro questi addetti. I quali, stando a quando prevede il loro contratto, hanno però piena facoltà di fermarsi quando termina il loro orario. Ma la vicenda ha creato non poco sconcerto nei vertici della municipalizzata, perché avviene mentre è in corso un'aspra trattativa sindacale sul salario accessorio.

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Il prossimo 30 giugno scade il premio di risultato sulle domeniche, un incentivo che garantisce ai lavoratori, se sono in servizio due domeniche al mese, in busta paga 160 euro in più.

Erogati però come pagamento ordinario e non come straordinario domenicale. Più in generale, i vertici di via Calderon de La Barca vogliono unificare in unico bonus tutte le indennità concesse negli ultimi trent'anni. L'obiettivo è, da un lato, cancellare premi considerati obsoleti come l'incentivo per trovare parcheggio in Centro o per lavorare nei giorni di neve e, dall'altro, legare i soldi a un reale miglioramento della raccolta e dello spazzamento. In un primo tempo la municipalizzata aveva anche minacciato di riprendersi i 230 euro lorde concesse nel 1998 come indennità di vacatio contrattuale, oggi garantita a 2mila persone. Poi ha fatto marcia indietro e firmato una lettera d'intenti con i sindacati, promettendo di non toccare l'entità dei premi.

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La trattativa tra le parti va avanti: non c'è voglia di rompere, ma una soluzione non è stata ancora trovata. Però c'è un clima da guerra fredda: Ama, infatti, ha congelato la richiesta di straordinari oltre il minimo; alcuni dipendenti, come quelli di Porta Portese, sono molto ligi nel rispettare il loro orario di lavoro, mentre altri - dopo il licenziamento di un dirigente e di un funzionario accusati di omesso controllo per le presunte truffe sulle manutenzioni - controllano maniacalmente ogni fattura e ogni mandato per autorizzare i lavori nelle officine esterne. E questo rallenta non poco tutte le attività.

 

CITTÀ ANCORA SPORCA

Questo è il clima in Ama e che finisce per avere non poche ripercussioni anche sulla raccolta dei rifiuti. Nelle ultime ore l'azienda ha rafforzato i giri di ritiro per ripulire i quartieri nell'VIII Municipio, soprattutto alla Garbatella, sull'Appia, a Tor Marancia o a Grotta Perfetta. Ma nonostante questi sforzi, in molte zone della Capitale - e a macchia di leopardo - i cassonetti sono traboccanti di spazzatura e si rivedono i sacchetti sparsi sul marciapiede.
A complicare la situazione c'è sempre la situazione della flotta: oltre il 50 per cento dei mezzi è fermo nelle officine interne ed esterne per manutenzione. E con meno squaletti e compattatori è complicato terminare ogni giorno tutti i giri previsti.
 

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