Un omicidio ancora avvolto nel mistero. Nessuno conosce i nomi ed i volti dei colpevoli che, il 22 Febbraio 1980, uccisero Valerio Verbano, in via Monte Bianco 114, quartiere Tufello, all’interno del territorio di Roma Montesacro. Quella mattina, tre uomini con volto coperto suonarono alla porta di casa Verbano spacciandosi per amici. Armati di pistole con silenziatore, legarono ed imbavagliarono i genitori del giovane militante di sinistra ed attesero il ritorno del ragazzo. Al rientro in casa, Valerio Verbano - dopo una breve colluttazione con i tre ed un tentativo di fuga — venne colpito alla schiena e morì sul colpo.
A 43 anni dall’agguato, centinaia di persone hanno sfilato questo pomeriggio per il consueto corteo che attraversa diversi quartieri di Montesacro.
“Un ragazzo morto per gli ideali che aveva e per il lavoro di giornalismo che stava proseguendo”, ha commentato l’Assessore ai lavori Pubblici per il Municipio III, Matteo Pietrosante, presente al corteo. “Un simbolo identitario importante per il quartiere del TUfello e per il nostro municipio. Anche lui, in un primo tempo, vittima di una macchina del fango che si mosse contro di lui nel tentativo di legittimare il lavoro che stava facendo. Ora quello che è stato richiesto è di ristabilire la verità storica e politica su quell’evento, sulla vita di Verbano e sull’eredità lasciata dal giovane alla popolazione del terzo municipio. Come hanno fatto come tanti altri militanti in tutta Italia", ha concluso l'assessore.