Sandro Epifano, ucciso per pochi euro a Pomezia: preso il killer di "Furgone"

Un 39enne, commerciante, è stato fermato nel suo negozio. La pista del debito di droga

Sandro Epifano, ucciso per pochi euro a Pomezia: preso il killer di "Furgone"
di Alessia Marani
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Sabato 2 Settembre 2023, 07:16

Ucciso per pochi euro, per un debito di droga. È questo il contesto nel quale sarebbe maturato l'omicidio di Sandro Epifano, detto "Furgone", 53 anni, giustiziato con un colpo alla schiena esploso da una pistola di piccolo calibro nella notte tra sabato e domenica all'interno delle case popolari di via Singen, a Pomezia. I carabinieri, giovedì mattina, hanno fermato il presunto assassino, Luigi S., 39 anni, titolare di un negozio di alimentari sulla stessa strada, un volto non nuovo agli investigatori anche per via di piccoli precedenti di polizia legati allo spaccio di stupefacenti. «Un uomo violento, irascibile - afferma Annamaria, la compagna della vittima - che quando si arrabbia è incontenibile. Se davvero è stato lui deve marcire in galera». La donna ha ancora impressa indelebile nella mente l'immagine del cadavere del compagno al momento del riconoscimento: «Aveva gli occhi e la bocca sbarrati, e il collo e le spalle completamente tumefatti. Credo sia stato pestato, poi finito con un colpo vigliacco alle spalle mentre fuggiva per le scale. Ho voluto davvero bene a Sandro - aggiunge - ho combattuto 13 anni per salvarlo dalla droga che lo ha rovinato. È morto il 27 agosto, giorno del nostro anniversario, non meritava una simile fine». Il sospettato, ora, si trova nel carcere di Velletri in attesa della convalida del fermo.

Gi inquirenti non sono dovuti andare lontano per trovarlo. Il corpo di Furgone era a terra, in uno dei vialetti interni al comprensorio, formato da cinque edifici di tredici piani ciascuno, riverso in una pozza di sangue. Quando i militari lo hanno trovato respirava ancora. È stato, quindi, trasportato d'urgenza in ambulanza al pronto soccorso del Sant'Anna dove, però, poco dopo è deceduto.
Le tracce di sangue lasciate sul viale, intanto, percorse a ritroso, hanno delineato fin da subito la strada delle indagini. La scia, infatti, conduceva al secondo piano dell'edificio in cui abita, tra gli altri, Luigi S., che nella stessa notte è stato portato in caserma per i primi accertamenti. Gli investigatori di Pomezia e del Nucleo Investigativo di Frascati nelle ore successive al delitto hanno ascoltato oltre cinquanta inquilini delle case popolari.

 

La paura

In pochi hanno ammesso di avere visto o sentito qualcosa. Qualcuno ha solo affermato di avere notato più volte Furgone entrare e uscire dalla loro palazzina.
Nei caseggiati di via Singen, gli assegnatari, vivono nel terrore per via della concentrazione di numerose persone agli arresti domiciliari, di spacciatori e abusivi, come non regolarmente occupava l'alloggio anche il 39enne.
In mano agli inquirenti è finito il telefonino della vittima, un cellulare vecchio tipo, non uno smartphone, di quelli che solitamente usano i pusher per non farsi tracciare, insomma un "citofono" come è chiamato in gergo. Così come sotto sequestro è stata messa la Citroen con cui Epifano era arrivato in via Singen e di proprietà della compagna, che ne aveva denunciato la scomparsa. «Me l'aveva presa con la scusa di fare gasolio - racconta ancora Annamaria - poi non era rientrato e a me quell'auto serve per lavorare. Sandro è stato attirato in una trappola». L'ipotesi è che i due, vittima e carnefice, avessero discusso per un debito di droga, che il 39enne in uno scatto d'ira abbia premuto il grilletto. Il fermo del negoziante è scattato l'altra mattina proprio all'apertura dell'attività. Epifano era soprannominato Furgone poiché, a Pomezia, lo si vedeva sempre girare con quel mezzo, con cui per anni aveva consegnato la biancheria di una lavanderia per alberghi e parrucchieri della zona. Aveva precedenti per furto e per vivere si barcamenava. Sulla schiena, al momento del ritrovamento, aveva una ferita vistosa, ma gli investigatori non hanno potuto verificare da subito se fosse stata causata da un colpo d'arma da fuoco - come era apparso ai primi soccorritori - oppure da un fendente sferrato con un coltello. L'autopsia ha fugato ogni dubbio confermando che Furgone è stato ucciso con un solo colpo. Sparato alle spalle.

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