I problemi, a Roma, si annidano soprattutto intorno al corso cittadino di Tevere e Aniene, ma non solo: nell’area metropolitana di Roma il rischio idrogeologico - responsabile della maggior parte di frane, voragini e allagamenti - attualmente tocca un territorio di 1.135 ettari, dove vivono e lavorano circa trecentomila persone. Si tratta della più elevata esposizione d’Europa, secondo i report dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale.
Per quanto riguarda i corsi d’acqua, in particolare, sono 71.500 le persone che vivono in zone potenzialmente a rischio esondazione nella Città eterna.
LO STUDIO <QA0>
Altre aree a rischio elevato nell’area urbana di Roma sono quella della Tiburtina, fra San Basilio e Rebibbia, dove il pericolo arriva da possibili esondazioni dell’Aniene (e dove è presente un’area industriale), e alcune zone di Casal de’Pazzi e Montesacro. Secondo uno studio realizzato dal Campidoglio e dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nei municipi X e XI, che comprendono le zone urbanistiche di Ostia, Acilia, Infernetto e Ponte Galeria, sono invece localizzate «le aree di massima pericolosità idraulica legate ai canali di bonifica». Queste si estendono per una superficie di quasi tremila ettari, interessando una popolazione di quasi 58 mila abitanti.
GLI SMOTTAMENTI <QA0>
Le cartografie aggiornate mostrano poi le zone particolarmente esposte al rischio frane. I fenomeni più recenti sono stati nella collina di Monte Mario, a viale Tiziano, a Monteverde Vecchio e alla Balduina. L’Ispra ha inoltre censito le voragini che si aprono sul territorio urbano di Roma. Per voragini si intendono tutti gli eventi di grandi dimensioni metriche, sia di diametro che in profondità. I Municipi più colpiti sono il V, il VII e il II, soprattutto nei quartieri Tuscolano, Prenestino e Tiburtino ma anche il centro storico è colpito, in particolar modo nelle aree dell’Aventino, del Palatino e dell’Esquilino. Nella porzione occidentale di Roma il Municipio che conta più voragini è il XI seguito dal XII, Portuense e Gianicolense. Il dissesto idrogeologico mette in pericolo anche l’immenso patrimonio storico e monumentale dell’Urbe: secondo l’Ispra sono 270 i beni culturali romani in aree a rischio.
I LAVORI <QA0>
Per questi motivi, il Campidoglio ha lasciato negli anni scorsi un piano di interventi per la messa in sicurezza delle aree a rischio di frane e voragini: una mappa di interventi che comprende lo stesso colle capitolino, parchi storici come Villa Ada o Villa Glori, quartieri della Città eterna molto esposti a questo tipo di problemi, da Labaro a Monte Mario. Tra i municipi più coinvolti ci sono il I (centro storico-Prati), il II (Flaminio-Parioli), l’VIII (Ostiense-Garbatella), il XII (Monteverde), il XIII (Aurelio), il XIV (Monte Mario) e il XV (Cassia-Prima Porta).