Rischio maltempo: da Ponte Milvio a Ostia, ecco le zone più esposte

Sono 70mila i romani che vivono nelle aree con pericolo di frane e esondazioni. I principali problemi arrivano dai fiumi, ma i muraglioni riparano il centro storico

Rischio maltempo: da Ponte Milvio a Ostia, ecco le zone più esposte
di Fabio Rossi
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Martedì 5 Marzo 2024, 07:42

I problemi, a Roma, si annidano soprattutto intorno al corso cittadino di Tevere e Aniene, ma non solo: nell’area metropolitana di Roma il rischio idrogeologico - responsabile della maggior parte di frane, voragini e allagamenti - attualmente tocca un territorio di 1.135 ettari, dove vivono e lavorano circa trecentomila persone. Si tratta della più elevata esposizione d’Europa, secondo i report dell’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale.

Per quanto riguarda i corsi d’acqua, in particolare, sono 71.500 le persone che vivono in zone potenzialmente a rischio esondazione nella Città eterna.

Il dossier realizzato dall’Autorità di distretto ricorda gli eventi recenti più problematici: quelli dell’11 dicembre 2008 e del novembre 2012, che registrò una portata di 1.993 metri cubi al secondo di acqua piovana (la portata media è di 220). Se da una parte i muraglioni sulle sponde del Tevere hanno certamente migliorato la situazione nel centro storico, uniti alle dighe artificiali di Corbara, Alviano e Castel Giubileo, i principali problemi arrivano dalla strozzatura di Ponte Milvio, che mette a rischio di esondazione anche il quartiere Flaminio e le aree di Tor di Quinto, del Foro Italico e della Farnesina.


LO STUDIO <QA0>
Altre aree a rischio elevato nell’area urbana di Roma sono quella della Tiburtina, fra San Basilio e Rebibbia, dove il pericolo arriva da possibili esondazioni dell’Aniene (e dove è presente un’area industriale), e alcune zone di Casal de’Pazzi e Montesacro. Secondo uno studio realizzato dal Campidoglio e dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) nei municipi X e XI, che comprendono le zone urbanistiche di Ostia, Acilia, Infernetto e Ponte Galeria, sono invece localizzate «le aree di massima pericolosità idraulica legate ai canali di bonifica». Queste si estendono per una superficie di quasi tremila ettari, interessando una popolazione di quasi 58 mila abitanti.


GLI SMOTTAMENTI <QA0>
Le cartografie aggiornate mostrano poi le zone particolarmente esposte al rischio frane. I fenomeni più recenti sono stati nella collina di Monte Mario, a viale Tiziano, a Monteverde Vecchio e alla Balduina. L’Ispra ha inoltre censito le voragini che si aprono sul territorio urbano di Roma. Per voragini si intendono tutti gli eventi di grandi dimensioni metriche, sia di diametro che in profondità. I Municipi più colpiti sono il V, il VII e il II, soprattutto nei quartieri Tuscolano, Prenestino e Tiburtino ma anche il centro storico è colpito, in particolar modo nelle aree dell’Aventino, del Palatino e dell’Esquilino. Nella porzione occidentale di Roma il Municipio che conta più voragini è il XI seguito dal XII, Portuense e Gianicolense. Il dissesto idrogeologico mette in pericolo anche l’immenso patrimonio storico e monumentale dell’Urbe: secondo l’Ispra sono 270 i beni culturali romani in aree a rischio.


I LAVORI <QA0>
Per questi motivi, il Campidoglio ha lasciato negli anni scorsi un piano di interventi per la messa in sicurezza delle aree a rischio di frane e voragini: una mappa di interventi che comprende lo stesso colle capitolino, parchi storici come Villa Ada o Villa Glori, quartieri della Città eterna molto esposti a questo tipo di problemi, da Labaro a Monte Mario. Tra i municipi più coinvolti ci sono il I (centro storico-Prati), il II (Flaminio-Parioli), l’VIII (Ostiense-Garbatella), il XII (Monteverde), il XIII (Aurelio), il XIV (Monte Mario) e il XV (Cassia-Prima Porta).
 

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