Vietare la manifestazione «antisemita indetta nel giorno della Memoria». È la richiesta che arriva dalla Comunità Ebraica di Roma alle autorità dopo l'annuncio del corteo indetto per sabato dai movimenti palestinesi. «Non capiamo come sia stato possibile concedere l'autorizzazione in una ricorrenza che è internazionale, per di più nel contesto del 7 ottobre, massacro antisemita come non se ne vedevano dai tempi del nazismo - dice il presidente della comunità Victor Fadlun -. Alle istituzioni, nazionali e locali, chiediamo di impedire questa vergogna» perché «sarebbe una sconfitta per tutti».
Per il presidente è «inspiegabile» l'autorizzazione anche «per le possibili conseguenze sull'ordine pubblico» e la sicurezza di Roma «e per la ferita della Shoah che si riapre facendo sanguinare il cuore di ogni ebreo».
Giornata della memoria 2024: il ricordo dell'Olocausto nelle pagine di libri e romanzi
La polemica
La polemica era esplosa martedì dopo un post sui social dei movimenti palestinesi che annunciava la manifestazione per il 27 gennaio: un corteo nel Giorno della Memoria, si legge, per «smascherare le incoerenze e le ipocrisie di un sistema...che si batte il petto per le vittime di un genocidio già avvenuto mentre volta lo sguardo indifferente e complice di un genocidio in corso». Nel post, il movimento degli studenti afferma di «rispettare le vittime della Shoah» aggiungendo però che «il 27 gennaio, così com'è strutturato, è la tomba della verità della giustizia e della coerenza». Nella convocazione il movimento ha utilizzato anche le parole che Primo Levi dedicò agli orrori dell'Olocausto: «Se comprendere è impossibile conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».
Un utilizzo che ha fatto scattare la risposta netta della presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni: «Lasciate Primo Levi alla nostra memoria».