Omicidio Willy, sconto di pena ai Bianchi: dall’ergastolo a 24 anni. Riconosciute le attenuanti generiche

I complici sullo stesso piano: confermati 23 anni a Belleggia e 21 per Pincarelli

Omicidio Willy, sconto di pena ai Bianchi: dall’ergastolo a 24 anni. Riconosciute le attenuanti generiche
di Valeria Di Corrado
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Giovedì 13 Luglio 2023, 01:00 - Ultimo aggiornamento: 01:47

C’è un fine pena per i fratelli Marco e Gabriele Bianchi. Ieri la Corte d’assise d’appello di Roma ha riformato la sentenza di primo grado, che li aveva condannati all’ergastolo, riconoscendo loro le attenuanti generiche per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte, il 21enne aspirante chef pestato a morte senza motivo la notte tra il 5 e 6 settembre 2020 a Colleferro. Pur avendo confermato l’aggravante dei futili motivi, il riconoscimento delle attenuanti ha portato i giudici di secondo grado a ridurre l’entità della pena: così ai Bianchi sono stati inflitti 24 anni di reclusione ciascuno. 

I fratelli di Artena, accusati di aver usato le loro conoscenze di arti marziali per picchiare un ragazzo indifeso fuori da un locale, hanno accolto il verdetto senza lasciar trapelare alcuna emozione, né delusione né soddisfazione.

In piedi, uno accanto all’altro, sbarbati e con le sopracciglia come sempre ritoccate ad ali di gabbiano, hanno ascoltato impassibili il presidente della Corte d’assise d’appello Vincenzo Capozza mentre leggeva il dispositivo della sentenza. Mentre Silvia Ladaga, la compagna di Gabriele (con cui ha avuto un figlio), è scoppiata a piangere.

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LE ALTRE POSIZIONI

Confermate invece in appello le pene a 21 anni di reclusione per Mario Pincarelli e a 23 anni per Francesco Belleggia, gli altri due giovani del branco che parteciparono al pestaggio. A entrambi, così come ai fratelli di Artena (il cui arrivo nella piazza di Colleferro rappresentò il «detonatore di una cieca furia»), è stato riconosciuto il reato di omicidio volontario. «Gli imputati - come spiegato dai giudici di primo grado - avevano la percezione del concreto rischio che attraverso la loro azione Willy potesse perdere la vita, e nondimeno hanno continuato a picchiarlo». Se le condanne dovessero diventare definitive in Cassazione, anche per Belleggia - l’unico che si trova ai domiciliari - si aprirebbero le porte del carcere. «Obiettivamente i fatti si sono svolti in una modalità tale da non consentire un distinguo così netto fra i Bianchi e gli altri due protagonisti, Pincarelli e Belleggia, ai quali già erano state concesse le attenuanti generiche. Quindi è una decisione che ritengo processualmente ineccepibile - ha spiegato l’avvocato Domenico Marzi, legale della madre di Willy - La sentenza d’appello arriva a neanche tre anni dal fatto e dimostra che l’amministrazione della giustizia in questa vicenda ha funzionato perfettamente».

OMICIDIO PRETERINTENZIONALE

Nonostante lo sconto di pena, i legali dei fratelli non sono soddisfatti. «Non ci convince la qualificazione giuridica, che secondo noi andava inquadrata nell’omicidio preterintenzionale - ha commentato l’avvocato Ippolita Naso, che difende Gabriele Bianchi assieme al collega Valerio Spigarelli -. Andremo in Cassazione anche perché il fatto è lo stesso e identico per tutti e invece rimane ancora una diversità di trattamento sanzionatorio per gli imputati». Per Vannina Zaru, legale di Marco Bianchi, la sentenza d’appello rappresenta «comunque un passo avanti».

Considerato che i Bianchi hanno già scontato quasi tre anni di galera, se dovessero essere confermate anche in Cassazione queste pene, si potrebbe già ipotizzare una data in cui potrebbero uscire di prigione. Se dovesse essere riconosciuta loro la buona condotta e se si decideranno a risarcire la famiglia di Willy (cosa che non hanno ancora fatto), già fra una decina di anni potrebbero usufruire di permessi premio per andare al lavoro la mattina e poi tornare a dormire in carcere. 

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