La targa è stata trascritta male. Oppure: la telecamera non legge il permesso per la Ztl. E ancora: gli uffici hanno inserito tardi il verbale, o se ne sono dimenticati, nel centralone informatico. Per gli automobilisti romani, fare ricorso alle multe elevate dalla municipale, sta diventando quasi come rubare le caramelle a un bambino. Il Campidoglio, infatti, perde l’85 per cento dei contenziosi. I numeri, in quest’ottica, sono impietosi. Nei primi sei mesi dell’anno i cittadini hanno bussato alla porta del Prefetto o al giudice di pace 44.200 volte: in oltre 35mila casi hanno avuto ragione, nei restanti 6.500 ha avuto la meglio l’amministrazione.
Cartelle esattoriali e multe dei Comuni, stralcio automatico entro i mille euro: ecco come funziona
Per completezza di cronaca, presentare ricorso, per i cittadini, è sempre più complesso, rischioso e soprattutto costoso: chi vuole rivolgersi al giudice di pace, deve versare un contributo unificato di 43 euro e apporre un bollo di altri 27 euro.
ERRORI NON SOLO DEI VIGILI
Entrando più nello specifico, sono quasi 19mila i ricorsi delle multe vinti perché Roma Servizi per la Mobilità, l’agenzia capitolina, ha ritardato o ha dimenticato di inserire nel sistema informatico le informazioni necessarie per avviare l’iter che porterà alla sanzione. Poi, c’è da fare i conti con le lavorazioni che contraddistinguono più le mansioni di polizia locale e ausiliari del traffico. Rispetto alla vulgata comune soltanto 4 multe, in tutto il primo semestre del 2023, emesse per infrazioni accertate dagli autovelox sono state annullate. Invece ci sono più di 3mila verbali cancellati perché gli agenti e il personale amministrativo del corpo hanno sbagliato a redigere gli atti necessari: infatti basta sbagliare il nome di una via, un numero di una targa o una lettera del cognome e ritrovarsi con una cartella pazza.
Detto questo, sarebbe sbagliato buttare tutta la croce sui pizzardoni. Per esempio, e sempre nei primi sei mesi dell’anno, sono state respinte al mittente (cioè al Comune) oltre 13mila sanzioni comminate a chi non poteva circolare o parcheggiare nella Ztl, perché gli automobilisti invece avevano regolare permesso. Ma, in questo caso, il disguido nasce spesso perché gli automobilisti non espongono il tagliando nel modo giusto oppure i datebase del Comune non sono aggiornati con l’elenco di tutti gli aventi diritto a circolare nelle zone a traffico limitato. Sempre per l’accesso o la sosta nella Ztl, quasi 600 invalidi e una quindicina di residenti si sono ritrovati con un verbale immeritato. In una settantina di casi, c’è stato uno scambio di persona, o meglio, di targa.
Dietro questo boom di ricorsi ci sarebbero anche i problemi fatti registrare dal sistema informatico Prosa, che gestisce le contravvenzioni e soltanto nelle scorse settimane è stato “rettificato”, dopo che molti romani si sono visti consegnare a casa cartelle, dopo aver pagato la multa entro i cinque giorni con la decurtazione. Quest’anno, poi, il Comando ha chiesto ai suoi uomini tolleranza zero - e infatti si multa di più - anche perché rispetto al Pre Covd il totale delle sanzioni è controllato come gli incassi del Comune. Al riguardo gli oltre 35mila verbali cancelli si traducono in una perdita per le casse capitoline di 2 milioni di euro, costi legali esclusi.