Roma, muore a 33 anni in casa per un malore dopo la visita all’ospedale, Alessio Sonza aveva forti dolori al braccio e al torace

In seguito agli esami al pronto soccorso era stato messo in attesa in “codice bianco”

Muore a 33 anni in casa per un malore dopo la visita all’ospedale, Alessio aveva forti dolori al braccio e al torace
di Marco De Risi e Camilla Mozzetti
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Sabato 30 Marzo 2024, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 1 Aprile, 08:09

Un dolore al torace e al braccio sinistro che non passava, la visita dal medico di famiglia che suggerisce di recarsi in ospedale, l’arrivo al pronto soccorso di Villa San Pietro. «Alessio stava bene, non soffriva di malattie poi quei dolori che non passavano», racconta mamma Mina circondata dall’affetto dei parenti più cari. Alessio Sconza, doveva compiere 34 anni il prossimo settembre e invece è morto giovedì notte. «Abbiamo chiamato il 118, è arrivata anche la polizia - aggiunge papà Stefano - ma non c’era più nulla da fare». Il corpo di Alessio è ora al policlinico Gemelli dove martedì sarà eseguita l’autopsia come disposto dalla Procura. La famiglia, assistita dall’avvocato Domenico Di Tullio, aspetta il risultato per capire la causa del decesso del tutto inatteso che ha stravolto una famiglia lasciando tre figli senza papà. Sì, perché Alessio nonostante la giovane età era già padre di tre bimbi, la più grande ha dieci anni. Cosa è successo?

LA DINAMICA

Giovedì mattina il 33enne si sveglia ma «alle 7.30 - aggiunge la madre - mi ha chiamato dicendo che aveva dei forti dolori».

Lì per lì non gli dà molto peso convinto che possano passare con un po’ di Tachipirina. Ma il paracetamolo non fa nulla «Così siamo andati dal medico - prosegue la madre - che ci ha consigliato di recarci in ospedale». E nel primo pomeriggio Alessio varca l’ingresso del pronto soccorso di Villa San Pietro. Ne uscirà qualche tempo più tardi, torna a casa, il dolore persiste fino ad esplodere a notte fonda. «Intorno alle tre del mattino - raccontano ancora i genitori - ci hanno chiamato e siamo corsi, abitiamo vicino e abbiamo allertato il 118 ma ormai era troppo tardi». I sanitari proveranno fino all’ultimo e per oltre 40 minuti a rianimare Alessio ma non servirà a nulla. Sul posto, arriva anche una volante del commissariato Ponte Milvio. Viene disposta l’autopsia e si attende ora il risultato per capire se Alessio ha avuto un infarto e se poteva eventualmente salvarsi. In ospedale in base anche al referto che è stato poi acquisito dalla polizia, il 33enne viene sottoposto a un elettrocardiogramma che tuttavia non evidenzia alterazioni anche se a volte l’esame in questione può non bastare ad escludere un infarto in corso e gli viene assegnato un codice bianco. 

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LA FAMIGLIA

A Prima Porta dove Alessio viveva con la sua famiglia sono tutti sotto choc. Al dolore composto e dignitoso dei genitori che aspettano solo di sapere cosa sia accaduto al figlio, si aggiunge quello di amici e vicini. Perché Alessio con la passione per la cucina fin da quando era un ragazzino, aveva aperto meno di un anno fa una sua pizzeria in via della Giustiniana. Le mani in pasta ogni giorno che davano un senso alla sua grande passione e poi i tre figli, la compagna della quale avevano festeggiato il compleanno prima della tragedia. «Avevi realizzato il tuo sogno, aprendo un’attività e dedicandoti ad un mestiere di cui eri innamorato» si legge in uno dei tanti messaggi che amici e amiche gli hanno voluto dedicate su Facebook e ancora: «Un animo buono sempre sorridente, che dire Ale qua c’hai zittiti tutti, spiazzati, ma si sa sta vita gioca duro...Mancherà tanto vedere quel sorrisone sulla Giustiniana pieno di zaini all’uscita di scuola, e come me dicevi....so carico come un somaro pure oggi...E con il vuoto nel cuore ti dico Alessiè vola Alto, forte e chiaro, proteggi la tua famiglia come hai sempre fatto».

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