Roma: sorpassi, alta velocità e semafori rossi. La strage dei centauri, in un giorno morti tre uomini

Giorgio Di Paolo, Domenico Perica e Danilo Faradacco sono le ultime vittime della strada

Roma: sorpassi, alta velocità e semafori rossi. La strage dei centauri, in un giorno morti tre uomini
di Antonella Mosca e Camilla Mozzetti
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Lunedì 31 Luglio 2023, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 09:37

Giorgio Di Paolo aveva 45 anni, lascia una moglie e un gruppo di amici che non hanno avuto la forza di parlare. Era un operaio, come l'altra vittima, classe 1980, Danilo Faradacco, originario della Calabria e residente a Modena. Entrambi motociclisti appassionati hanno perso la vita scontrandosi ieri mattina sulla statale che da Posta, in provincia di Rieti, porta a Leonessa. Una strada panoramica e bellissima per gli amanti delle due ruote che però si è trasformata in teatro della loro morte. I due motociclisti si sono scontrati frontalmente dopo un sorpasso azzardato. Non si sa ancora se a superare un Suv bianco sia stato il romano o il modenese, di fatto le due motociclette - una Bmw S100R e una Yamaha MT900 - si sono scontrate. A compiere i rilievi sono stati i carabinieri del comando provinciale di Rieti. Una scena straziante: le forcelle delle moto completamente spaccate e i due corpi delle vittime sbalzati lontano. Le salme sono state trasferite nella camera mortuaria del cimitero di Leonessa: è stata disposta la restituzione ai familiari. L'operaio romano era partito dalla Capitale con altri due amici, l'altra vittima con un compagno. Una domenica di sangue sulle strade del Lazio, con un altro incidente mortale a Nettuno.

 

DOMENICA TRAGICA

Uno dei due veicoli non ha rispetto il semaforo rosso e quale sia stato - auto o moto - lo dovranno stabilire rilievi e perizie della polizia Stradale e della magistratura: ma ieri sul litorale si è persa un'altra vita per un drammatico scontro all'incrocio fra via Pocacqua e via Colle Oppio, zona periferica a confine con Anzio. Nel violento impatto fra il suo maxi scooter Suzuki 500 e una Smart guidata da una ragazza di 28 anni, anche lei di Nettuno, è deceduto Domenico Perica, un uomo di 59 anni residente nella zona. È il terzo incidente stradale mortale a Nettuno, dai primi di luglio, in cui perdono la vita motociclisti o ciclisti.

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Erano circa le 13,30 quando nelle case sull'incrocio si è sentito lo schianto. Molti sono usciti e hanno tentato di prestare i primi soccorsi, ma per il motociclista non c'è stato nulla da fare. Immediato anche l'arrivo degli agenti della Polizia Stradale del posto mobile estivo di Nettuno che hanno svolto subito i rilievi, mentre la Polizia locale ha dato supporto per la gestione della viabilità dato che la via è molto trafficata. La salma è stata poi trasferita all'Istituto di medicina legale di Tor Vergata in attesa dell'autopsia. La guidatrice è stata portata in stato di shock al pronto soccorso degli Ospedali Riuniti Anzio Nettuno, dove è stata sottoposta ai prelievi per l'alcol test e quello sull'uso di stupefacenti. A quanto sembra i risultati sono negativi. Ora nei suoi confronti gli inquirenti stanno valutando l'accusa di omicidio stradale. Auto e moto sono state poste sotto sequestro dalla Procura di Velletri.

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«INCROCIO MALEDETTO»

«È un incrocio maledetto - dice un abitante del quartiere - dove gli incidenti stradali sono continui anche se c'è il semaforo. Il fatto è che i muri di cinta dei giardini arrivano a spigolo sull'intersezione fra via Pocacqua e via di Colle Oppio, per cui non si vede nulla dell'altra strada se non si esce dallo stop». Come è accaduto ieri. La Smart scura, che proveniva da via di Colle Oppio, si è bloccata all'incrocio con il parabrezza sfondato, gli airbag scoppiati, mentre la giovane guidatrice, attonita, continuava a ripetere la litania che il semaforo non era sul rosso. La ragazza stava andando al lavoro a Castel Romano quando ha impattato con la moto che veniva da via di Pocacqua, strada principale rispetto all'altra che scorre al centro del quartiere. A bordo della Suzuki 500 c'era Domenico Perica, che indossava regolarmente il casco, e probabilmente stava rientrando a casa. La famiglia Perica, nota a Nettuno, è molto vasta e tanti parenti abitano proprio nella zona fra i quartieri S. Giacomo e Pocacqua. La salma è stata lasciata sul posto per alcune ore, coperta da un lenzuolo, in attesa delle disposizioni della Procura per il trasferimento all'obitorio. Così l'hanno trovata i parenti e la moglie, arrivati trafelati dopo essere stati avvisati, con la donna che continuava ad invocare "Domenico" piangendo.
 

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