Botte e insulti alla compagna: «Ti vesti come dico io». Gli abusi anche dopo che lei lo ha lasciato

L’imputato è accusato pure di violenza sessuale e lesioni

Botte e insulti alla compagna: «Ti vesti come dico io». Gli abusi anche dopo che lei lo ha lasciato, a processo
di Michela Allegri
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Domenica 26 Novembre 2023, 00:53 - Ultimo aggiornamento: 27 Novembre, 08:56

Maltrattata, insultata, aggredita, picchiata. Umiliata: «Non puoi avere amici uomini». E ancora: «Scelgo io come ti puoi vestire». Per anni, lui ha abusato della compagna e le violenze non si sono fermate nemmeno quando lei ha deciso di lasciarlo: l’ha seguita al lavoro e sotto casa, minacciata di morte e l’ha anche costretta ad avere un rapporto sessuale. Ora l’uomo, 27 anni, originario del Senegal, è stato rinviato a giudizio con accuse che vanno dai maltrattamenti aggravati alle lesioni, fino alla violenza sessuale nei confronti della ragazza. 


Nel capo di imputazione si legge che le contestazioni vanno dal 2019 al 2023.

La vittima è una 29enne romana. Il compagno l’avrebbe vessata in continuazione «con la sua morbosa gelosia - scrive il magistrato nell’atto - che si spingeva fino al punto da impedirle di intrattenere una normale vita di relazione». Solo per fare un esempio: alla giovane non era consentito «frequentare persone di sesso maschile» - è scritto negli atti della procura - e il fidanzato le controllava il cellulare con cadenza praticamente quotidiana «cancellando i contatti da lui ritenuti inopportuni».


LE AGGRESSIONI
Durante le liti lui arrivava a metterle le mani addosso e a picchiarla in continuazione: l’ha strattonata, afferrata per i capelli e per le braccia, ha cercato addirittura di soffocarla. Nel marzo del 2021 ha distrutto tutti i vestiti della donna, dicendo che da quel momento in avanti si sarebbe occupato lui di scegliere cosa avrebbe potuto indossare. Ha anche parlato male di lei con amici e familiari, descrivendola come una poco di buono. Quando lei ha deciso di lasciarlo, nel 2021, lui ha iniziato a contattare «compulsivamente e ossessivamente - si legge ancora nel capo di imputazione - gli amici e i conoscenti della vittima per indurli a rimetterlo in contatto con lei». Tra gennaio e febbraio del 2022 ha iniziato a seguirla: quasi ogni giorno si è presentato nel negozio dei genitori di lei, dove la vittima lavorava.


I CONTATTI
Nell’ottobre dello stesso anno, dopo un riavvicinamento, ha ricominciato con le vessazioni: le ha sottratto il telefono e ha cancellato «tutti i contatti da lui ritenuti superflui», annota il pubblico ministero. Nello steso periodo l’ha di nuovo obbligata a indossare solo vestiti «da lui appositamente scelti per non suscitare l’interesse di altri uomini». Poi sono tornate le minacce di morte e le aggressioni: nel novembre del 2022 l’ha colpita con un violento schiaffo all’altezza del volto, facendola cadere in terra. Nella notte tra 1’8 e il 9 marzo del 2023, dopo aver controllato il cellulare della donna senza il suo permesso, ha trovato una fotografia di lei insieme a un amico: sono partiti insulti, minacce e schiaffi. L’aggressione è diventata sempre più violenta: il ventisettenne ha afferrato la ragazza per il collo, cercando di strangolarla, stringendole la gola fino quasi a farle perdere il respiro. Poi, l’ha costretta a subire un rapporto sessuale. Dieci giorni dopo, la donna, ancora sotto choc, ha deciso di sporgere denuncia, descrivendo gli abusi subiti per anni e facendo partire le indagini. Il magistrato, motivando la richiesta di rinvio a giudizio, ha sottolineato che la 29enne è stata sottoposta a «un regime di vita intollerabile, umiliante e degradante». Da queste contestazioni ore l’imputato si dovrà difendere nel corso di un processo.
 

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