Maestro di salsa molesta la figlia della collega. «È andato a casa quando la bimba era sola con la babysitter»

L'uomo, un 50enne romano, denunciato dalla collega cubana per abusi sulla ragazzina

Roma, maestro di salsa molesta la figlia della collega. «È andato a casa quando la bimba era sola con la babysitter»
di Giulio Pinco Caracciolo
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Sabato 11 Novembre 2023, 07:53 - Ultimo aggiornamento: 30 Novembre, 08:00

Una passione comune, quella per il ballo, che li ha fatti incontrare. Lei bellissima, di origine cubana, lui 50enne romano, entrambi insegnanti di salsa in una scuola della capitale. Avevano instaurato un rapporto di amicizia basato sulla fiducia reciproca, almeno fino alla sera dell'8 gennaio 2018. L'uomo, infatti, è finito a processo davanti alla quinta sezione collegiale del tribunale di Roma, con l'accusa di aver molestato sessualmente la figlia della donna, all'epoca minorenne.

«Marina (il nome è di fantasia ndr) ha tre bambine e lui le conosceva benissimo - ha dichiarato in aula l'ex fidanzato della ballerina ascoltato come teste nel processo - avevano un buon rapporto e si vedevano spesso».

Nessuno tra i loro conoscenti avrebbe mai immaginato che l'uomo avrebbe potuto azzardarsi a compiere un simile gesto.

LA VICENDA

Tutto cambia tra la sera del 7 gennaio 2018 e la mattina del giorno successivo. È domenica e la donna decide di trascorrere la serata in compagnia del suo fidanzato, che va a prenderla appena finita la lezione di salsa. «Erano circa le 23 e stavo aspettando che lei uscisse dalla scuola per poi andare a cena dice l'ex compagno ma appena è arrivata mi è sembrata subito in apprensione. Mi ha detto di aver ricevuto varie telefonate dalla babysitter durante il corso e di doverla richiamare subito per capire cosa fosse successo». La ragazza, che era stata ingaggiata soltanto per la serata, in quel momento è in casa con le tre figlie della donna. Ma è sorto un problema. Nonostante l'ora tarda, nell'appartamento, c'è anche un uomo che non sembra intenzionato ad andarsene: è l'imputato.

LA TESTIMONIANZA

«Quando è entrata in macchina ha chiamato la babysitter per accertarsi che fosse tutto a posto e le ha chiesto subito se l'imputato fosse finalmente andato via» ha raccontato in aula l'ex compagno della parte civile ma lui era ancora in casa con le figlie». Marina, a quel punto, sempre secondo la versione del testimone, aveva intimato alla tata di farlo uscire perché la mattina dopo le figlie sarebbero andate a scuola. Dopo alcuni minuti, un'altra telefonata per accertarsi che l'imputato fosse andato via. «La seconda chiamata l'ha fatta a mezzanotte ma l'uomo era ancora in casa, così gli ha ripetuto di andarsene il prima possibile data l'ora». Il testimone ha raccontato come l'apprensione della sua compagna crescesse per una situazione effettivamente anomala. Il 50enne si trovava a casa da solo con le tre figlie minorenni, anche se apparentemente monitorato dalla babysitter. «La terza telefonata - ha aggiunto - è stata fatta all'una di notte. Ormai era molto tardi ma l'imputato non era ancora andato via da casa. Lei si è arrabbiata ancora di più e ha imposto alla tata di far uscire immediatamente l'uomo ripetendole che le bambine avevano bisogno di dormire».

LA MATTINA

La mattina dopo, quella dell'8 gennaio, la donna era agitata e molto arrabbiata perché una delle sue tre figlie le ha raccontato tutto quello che è successo la sera prima, quando quel suo amico insegnante di salsa non voleva andare via di casa. «La mia ex compagna mi ha detto che l'imputato aveva molestato una delle sue figlie dice in aula il testimone la bambina le aveva raccontato che quell'uomo le aveva toccato le parti intime mentre erano sdraiati a letto». Un episodio orribile che la donna decide subito di denunciare.

In aula è poi emerso un altro particolare che rende agghiacciante una storia già dolorosa. La bambina ha problemi psichici. Una fragilità mentale che l'ha portata negli anni ad autolesionarsi con piccoli tagli ripetuti su braccia e gambe. Nel corso della prossima udienza l'imputato verrà interrogato e dovrà fornire la sua versione dei fatti.

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