Criminalità e politica ad Anzio, senatore Mirabelli: «Situazione grave, intervenga Prefetto»

Da sinistra Franco Mirabelli, Angela Iantosca e Giampiero Cioffredi (foto Maurizio Mazzoni)
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Venerdì 15 Luglio 2016, 13:12
“Ci sono tutte le ragioni per chiedere la commissione d’accesso ma è un compito che spetta alla Prefettura e solleciteremo un intervento in tal senso” – lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in commissione antimafia, concludendo l’incontro “Legalità e territorio” che si è svolto ieri a Villa Sarsina, sede del Comune di Anzio.

Non sarà presentata una interrogazione (in tal senso ce n’è stata una di Sel nei giorni scorsi) ma verrà sottoposta la gravità della situazione direttamente al rappresentante del Governo: “La commissione d’accesso non è strumento di lotta politica ma qui ci sono tutti gli elementi perché venga insediata. Una cosa è certa: è colpevole negare presenze mafiose quando ci sono inchieste e sentenze”

All’appuntamento, moderato dalla giornalista Angela Iantosca, hanno preso parte anche Giampiero Cioffredi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla criminalità, e alcuni rappresentanti del comitato che ha organizzato l’iniziativa nata a seguito dell'aggressione di alcuni volontari che stavano manifestando per la pineta di Lido dei Pini. Presenti in sala, fra gli altri, il dirigente del commissariato di Anzio Anton Giulio Cassandra e il comandante della compagnia carabinieri di Anzio, Ugo Floccher.

A portare i saluti dell’amministrazione l’assessore Sebastiano Attoni: “Non neghiamo i problemi, diciamo che non c'è collusione con certe realtà e che questa è una lotta che va combattuta insieme. In città ci conosciamo tutti, se saluto una persona che ha avuto dei problemi non si può dire che sono stato condizionato”. Dura la replica di Mirabelli: “Si faccia un paio di domande – ha detto – è normale sedere in giunta con chi ha inchieste pesanti e con due assessori oggetto di pesanti intimidazioni, a cui hanno sparato sulle case?”.

Nel corso degli interventi sollevato quanto emerge dalle indagini che riguardano il Comune per voto di scambio, corruzione e abuso d'ufficio, nelle quali sono coinvolti esponenti politici e personaggi ritenuti molto vicini a clan di camorra. Da ultimo la vicenda Mala Suerte che ha portato a 14 arresti.  Sottolineata anche la scarsa sicurezza percepita e le difficoltà di controlli da parte delle forze dell'ordine che hanno un solo veicolo a turno per presidiare il territorio. 

Del rapporto “Mafie nel Lazio” uscito la scorsa settimana ha parlato Giampiero Cioffredi: “Uno strumento utile alla conoscenza di un fenomeno che non va sottovalutato. Nel Lazio ci sono 92 organizzazioni criminali, un numero in aumento rispetto al 2015, in cui erano stati censiti 88 gruppi. Nella provincia e nella città di Roma, operano circa 70 clan, 23 invece sono le organizzazioni dedite al narcotraffico. Ad Anzio-Nettuno è acclarata da sentenze la presenza di una locale di ‘ndrangheta – la prima riconosciuta nel Lazio - e di una cellula dei Casalesi. Non è negando queste presenze, sempre più discrete e con metodi accattivanti, che si risolvono i problemi”

“La criminalità organizzata – ha concluso Mirabelli – segue le istituzioni e le rende affiliate, è molto difficile uscirne per chi l’ha favorita. Tutto serve, meno l’omertà” . 
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